“Stiamo dando veleno su veleno” questo è il suono che ha emesso la mia mente nel lontano 2007 quando una signora indignata si rivolse a me dicendo che dovevamo dare il veleno alle piante – piante ad altro fusto site in un’aiuola cementata di un metro per un metro – perché erano piene di pidocchi che le sporcavano il marciapiede davanti casa.
In effetti le piante erano messe davvero male, sofferenti. Non risposi nemmeno alla signora in quel momento perché ciò che sopraggiunse al mio cervello in stile intuizione fu solamente: “Stiamo dando veleno su veleno”. Poi, ragionando, ricordo d’aver pensato: “Quale potrebbe essere una soluzione naturale per trattare le piante malate?”
A distanza di quindici anni la soluzione l’ho trovata, l’ho espressa e l’ho resa possibile.
Frequenze. Frequenze per le piante (dalle piante!) che non intossicano né loro stesse, né l’ambiente circostante, né gli animali (pesci inclusi), né tantomeno gli esseri umani.
Armonizzatori del Giardino, così le ho chiamate; si tratta di composti di fiori di Bach (notoriamente utilizzati da un punto di vista umano per stabilizzare e riequilibrare a livello emotivo e mentale) e fiori californiani (estratti con lo stesso metodo dei rimedi di Bach).
Perché Armonizzatori? Semplicemente perché armonizzano l’ambiente circostante in cui vengono erogati. A base di acqua e miscele specifiche di rimedi floreali, studiate e comprovate negli anni, è tramite semplici erogatori a spruzzo che possono essere erogati. Validità, efficacia, ma soprattutto impatto zero.
Come funzionano?
Si parla di armonia.
L’armonia è un effetto gradevole che deriva dal giusto accostamento tra le parti di un tutto. È stato verificato da testimoni che hanno utilizzato gli Armonizzatori che là dove sono state erogate le miscele sono persino riapparse le lucciole dopo molti anni di assenza. Ciò significa che tutto l’ambiente circostante ha beneficiato della purezza e della “pulizia”, passatemi il termine, degli Armonizzatori che, oltretutto, non nuocciono a impollinatori o altri insetti utili.
Ma, realmente, come può una frequenza diventare un antiparassitario?
Se la musica è un insieme di frequenze composte da note musicali che si possono esprimere ed essere ascoltate grazie alle particelle di aria, i fiori di Bach e i fiori californiani si espandono come note musicali grazie all’elemento acqua che rappresenta il mondo emotivo in cui tutti siamo immersi già prima della nascita e negli anni a venire poiché viviamo in un pianeta in cui il 25% è rappresentato dalle terre emerse mentre il restante 75% è rappresentato dall’acqua.
L’acqua è il miglior conduttore ed elemento vettore dei rimedi floreali: il corpo stesso ne è costituito per il 75%; cervello, cuore, fegato, muscoli, reni hanno una composizione tra il 75 e l’ 83% di acqua. Tutti gli esseri viventi animali e vegetali ne sono composti per la stessa percentuale, se non per una percentuale superiore. È quindi un elemento che accomuna ogni essere vivente. Rappresenta il “cavo telefonico” universale per la comunicazione, una sorta di Wi-Fi globale.
Se, da un punto di vista umano la floriterapia ristabilisce equilibri emotivi, di pensiero logico e a volte persino situazioni trascendentali comunicando con le emozioni tramite l’elemento acqua, non sarà certo meno incisiva la comunicazione con gli altri esseri viventi che peraltro sono decisamente più predisposti alla ricezione del messaggio “curativo” dei rimedi floreali, poiché il mondo vegetale ed animale è privo di sovrastrutture, al contrario degli esseri umani: essi sono puri, semplicemente esistono.
A questo punto, come fanno i fiori di Bach a sintonizzarsi con le piante, o meglio con gli insetti che infastidiscono le piante?
Le scoperte che ho portato avanti negli ultimi quindici anni hanno dimostrato che appropriate miscele di rimedi floreali interagiscono con il campo vibrazionale elettromagnetico di cui sono composti gli insetti (così come altri patogeni vegetali come funghi e muffe): i rimedi si sintonizzano con il ciclo biologico degli insetti provocandone un fastidio, infine una dissuasione, sino alla rimozione totale dalla pianta.
Essendo miscele molto specifiche, non si interagisce negativamente con altri insetti utili: in questo modo la biodiversità può essere mantenuta o addirittura ripristinata.
Allo stesso modo le frequenze che ricevono le piante (come una musica…) provocano una reazione sulle stesse, uno stimolo che induce i vegetali a reagire favorevolmente per la propria guarigione.
Da un punto di vista ambientale
Diciamo la verità: ormai ce la stiamo raccontando da decenni, su questo pianeta. I mezzi ci sono, le opportunità e possibilità alternative esistono, ed esistono da un secolo, se proprio volessimo guardare il pelo nell’uovo. Non raccontiamoci che metà del pianeta, nel 2021 non si può sfamare. Non raccontiamoci che un’ agricoltura industrializzata non è possibile se non in questo modo così vorace, violento e a forte impatto ambientale su larga scala. Sono state rese sterili le sementi, creato sementi con un DNA già impregnato di fitofarmaci e brevettato persino varietà di cibi presenti da millenni in Natura.
Forse è sfuggito un passaggio in tutto questo. Che siamo gli ultimi sulla piramide dell’esistenza, non i primi. L’ego pensa di essere il primo, ma la Verità è che siamo gli ultimi: se da sotto quella piramide qualcuno inizia a muoversi, i primi a crollare saremo noi individui umani. La natura prosegue, così com’è proseguita persino dopo Chernobyl: sono cresciuti boschi radioattivi. La Natura si prenderà beffa di noi umani se non inizieremo una sana collaborazione tra sistemi. Pensiamo davvero di essere qualcosa in più ed oltre ad Essa?
Interazione
L’interazione individuo ambiente è una simbiosi tra entità. Per non soccombere è necessario interagire in modo sano e rispettoso da entrambe le parti.
Le essenze floriterapiche funzionano perché alberi, insetti, micosi, muffe, stipulano un’interazione equilibrata tra di loro, creando addirittura – o ricreando – ambienti propensi alla vita. Non si tratta di fantascienza o di magia, semplicemente di utilizzare rimedi per la Natura che la Natura stessa ha messo a nostra disposizione.
Sapevate che molti insetti si sono riprogrammati ed effettuano trasmutazioni genetiche in base al tipo di trattamento chimico cui sono esposti per sopravvivere? Cioè si auto modificano per assicurarsi la continuazione della specie. Ecco perché attualmente i trattamenti chimici in agricoltura e per piante ornamentali sono dovuti diventare sempre più aggressivi (sia in termini di quantitativi che “qualitativi”): perché non c’è interazione con il patogeno (insetti, micosi o altro).
La vera interazione è integrazione. Se un insetto ha determinate caratteristiche biologiche e uno specifico campo vibrazionale, è necessario interagire con esse. Solo in questo modo e spontaneamente il patogeno si allontanerà, passando l’informazione alla sua specie. Questo l’ho visto accadere in modo molto evidente trattando la Cameraria ohridella degli Ippocastani, malati ormai da tre decenni. Trattando alcune piante malate con formule specifiche coi rimedi floreali, a distanza di qualche centinaio di metri altri ippocastani non hanno sviluppato la stessa malattia.
Interessante no?
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