Come già sappiamo per salvare il nostro pianeta una tra le massime azioni che possiamo compiere è quella di mangiare meno carne e pesce . Spesso però, la controparte conservatrice e tradizionalista è ferma sulle proprie posizioni e pur quanto si possano esibire dati, studi e ovvietà, è ancora estremamente complicato sradicare alcune ferree convinzioni. Non dimentichiamoci che uno dei nostri peggior nemici è la nostra mente, ricettacolo di convinzioni e credenze difficili da accantonare perché frutto di lungo processo di assimilazione influenzato dalla nostra cultura, educazione ed identità sociale.
Frequentemente sotto attacco sono principalmente le alternative alla carne che la dieta non carnivora offre ai suoi estimatori. Pensiamo soprattutto alla soia e ai suoi derivati, alimenti continuamente sotto inchiesta e fortemente bersagliati dai beffeggiatori delle diete non carnivore. É ricorrente ed usuale come quest’ultimi si appiglino a dicerie e luoghi comuni acclamando a gran voce come la soia sia una delle cause principali della deforestazione, come nasconda aspetti malefici e nocivi per la salute, fino a demonizzarne i suoi prodotti derivanti poiché pieni di additivi e molto processati.
Con questo articolo vogliamo fare un pò di chiarezza e fornire qualche risposta più saggia e accurata sulla questione.
La soia è una leguminosa le cui origini provengono dall’Asia Orientale dove da millenni è impiegata per scopi alimentari. Dagli anni 50’ la soia viene coltivata in tutto il globo ed è una della colture più diffuse al mondo. Tra i maggiori produttori spicca il continente americano con gli Stati Uniti, Brasile e Argentina. Dal punto di vista nutrizionale la soia è una tra le migliori fonti di proteine vegetali e possiede tutti gli amminoacidi essenziali di cui il corpo ha bisogno. Sono sostanze anche ricche di grassi vegetali, fibre, vitamine, minerali e composti vegetali benefici. Sui suoi benefici nutrizionali a lungo si è dibattuto, ma allo stato attuale diversi studi scientifici e secondo la National Center for Complementary and Alternative Medicine i prodotti di soia sono benefici per il miglioramento della memoria, l’alta pressione sanguina, la salute delle ossa, gli alti livelli di colesterolo, i sintomi della menopausa e protettivi contro diversi tipi di tumore, in particolare per quello al seno. Le uniche perplessità sono legate alla sicurezza nell’uso degli integratori di proteine di soia e degli estratti di soia ricchi di isoflavoni (composti di origine vegetale molto simili agli estrogeni umani). Sempre la NCCAM afferma come la sicurezza di questi sia testata nel breve ma non nel lungo termine, dove risulta ancora incerta.
Dopo aver passato in rassegna alcune pillole nustrizionali, trattiamo ora la questione più calda e scottante, nonchè la relazione della produzione della soia con la deforestazione. Secondo il WWF, la soia è il secondo maggiore driver di deforestazione al mondo dopo l’allevamento bovino. I due fattori insieme e, come vedremo strettamente correlati tra loro, stanno provocando danni irreversibili al nostro pianeta leggittimando deforestazione e devastazione di terreni fertili e biodiversità. Quindi sì, dati alla mano, la produzione di soia è correllata alla deforestazione ma la domanda da porci è quanta di questa sia effettivamente utilizzata per scopi alimentari. Secondo l’Università di Oxford circa il 77% della soia prodotta a livello mondiale viene utilizzata sotto forma di mangime per allevamenti e solo una parte irrisoria, circa il 7%, viene utilizzata direttamente nella produzione di generi alimentari (tofu, latte di soia ecc). Possiamo facilmente appurare come quella misera parte di soia, frequentemente sotto attacco e coltivata con il fine di alimentare la popolazione umana, è alquanto ininfluente ai fini della deforestazione. Quest’ultima, tra l’altro, è encomiabile di pratiche sostenibili dacchè il più delle volte si ritrova di origine biologica e convenzionale, differente da quella sfruttata per mangime animale: OGM, con meno nutrienti e ricca di residui erbicidi.
Cerchiamo infine di rispondere all’ultima domanda. É noto come sul mercato sia facile trovare prodotti alternativi ai cibi di origine animale fatti di soia. Pensiamo alle cotolette, burger e a qualsiasi altro prodotto che abbia sembianze e consistenza simile alla carne. Molto spesso questi prodotti sono di basso pregio nutrizionali, ricchi di additivi, aromi ed esaltatori di sapidità. É doveroso sottolineare come questi cibi vengono prodotti semplicemente come surrogati dei prodotti animali. Esistono e sono presenti ovunque ma non sono indispensabili e non bisognerebbe incappare nell’errore di abusarne, altrimenti si perderebbero parte dei benefici nutrizionali della leguminosa. Il segreto sta nel prediligere prodotti al naturale, poco processati e fermentati: semi di soia, tofu, tempeh, edamame, latte e yogurt di soia non zuccherati, miso, natto, salsa di soia. Spetta a noi quindi leggere attentamente l’etichetta e avere la giusta accuratezza nel diversificare la nostra dieta. Giacché la soia, seppur sia ricca di nutrienti nobili, può essere alternata con altri legumi della tradizione mediterranea.
Dopo questo breve articolo abbiamo assodato come la soia, intesa come forma di alimento per noi umani, centri relativamente poco con la deforestazione e come sia facile evitare i suoi prodotti derivati pieni di additivi e conservanti privilegiando quelli al naturale e fermentati.
Alla luce di quanto scritto fin’ora, uno spunto di riflessione potrebbe farsi spazio nella nostra mente: non sarebbe più semplice e sostenibile caldeggiare la possibilità di convertire una parte di tutti quei terreni sfruttati per gli allevamenti e monoculture in qualcos’altro che si sposi meglio ai nostri bisogni e necessità? Al fine di risparmiare energia, acqua, risorse, rispettando la natura e soprattutto mitigando la distruzione di biodiversità? È davvero necessario sovra-sfruttare infinità di terreni e la nostra madre terra per qualcosa che in fin dei conti non è indispensabile ma ha il solo scopo di placare alcuni vizi di noi umani?
Sappiamo come gli interessi sovranazionali e le lobby industriali sono molto forti e potenti ma dal canto nostro possiamo fare la nostra. Abbiamo, probabilmente, una delle armi più potenti: quello di compiere con consapevolezza le nostre scelte di consumo. Potremmo essere quella mano visibile che smuove il mercato e indirizza il proprio consumo su prodotti eticamente e socialmente più sostenibili.
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