Il governo tedesco è infatti orientato più che mai al riuso dei contenitori/imballaggi e inasprisce l’obbligo (che era già entrato in vigore dal 1° gennaio 2019) per i ristoratori di recuperare i ‘vuoti’ dai loro clienti, utilizzando il metodo del deposito cauzionale (Deposit return system), cioè facendo versare loro una piccola cifra che sarà rimborsata al momento della restituzione del ‘vuoti” stessi.
Dal 2023, quindi, i locali tedeschi che offrono cibo e bevande da asporto e che effettuano consegne a domicilio, dovranno attrezzarsi per vendere i prodotti in contenitori riutilizzabili e, in aggiunta, farsi carico del loro recupero. Il governo tedesco ha inoltre precisato che i costi dei prodotti sul menu non dovranno subire aumenti per finanziare questa ristrutturazione dell’attività.
L’obiettivo è ridurre l’eccesso circolante degli imballaggi per l’asporto, provocato sia da un aumento del settore food-delivery, sia dalle restrizioni imposte dal Covid-19 nella ristorazione.
La nuova norma amplia l’applicazione del deposito cauzionale di 25 centesimi, anche alle bevande in lattine o in bottiglie di plastica (in precedenza esentate), destinate a far parte di un processo BOTTLE TO BOTTLE che significa riutilizzo senza dispersioni. Nel processo, sarà incluso anche il latte, con un periodo di transizione fino al 2024. L’unica deroga riguarda i piccoli punti vendita in cui lavorano al massimo cinque dipendenti, come bar, negozi aperti fino a tarda notte e chioschi che sono esentati dall’obbligo, ma dovranno comunque consentire ai clienti di utilizzare contenitori propri portati da casa.
Riguardo alla produzione degli imballaggi, come previsto anche in Italia, le bottiglie in Pet prodotte a partire dal 2025 dovranno essere composte almeno dal 25% di plastica riciclata e questa percentuale salirà al 30% dal 2030 come previsto dalla Direttiva europea Sup (Single use plastics) del 2019. Mentre chi importa beni confezionati, inclusi gli anche gli operatori del commercio online, avrà l’onere di verificare che i venditori da cui ricevono partecipino al sistema per la raccolta differenziata, tramite l’iscrizione al registro denominato LUCID.
L’Italia è in ritardo, non solo perché il recepimento della Direttiva Sup consente molte deroghe, ma anche perché la Plastic Tax continua a essere rimandata!
La situazione si fa ancora più vergognosa dato che altri Paesi si stanno attivando per seguire l’esempio della Germania, già prima in Europa come quota di vuoto a rendere (più del 54% nel 2019). È il caso di Austria, Norvegia, Islanda, Danimarca, Paesi Bassi, Croazia e Inghilterra, ma anche della Francia che punta ad eliminare del tutto gli imballaggi in plastica monouso entro il 2040.
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