Per ogni su c’è sempre un giù
per ogni men c’è sempre un più.
Più o men, vuoto o pien
questo il mondo fa girar…
La spaDA NELLA ROCCIA, 1963
Capita a volte di canticchiare vecchie canzonette, senza motivo e senza preavviso. Il ritornello potrebbe già presentarsi prima della colazione e accompagnarci per tutta la giornata. Oggi però cade proprio a “semola” mentre scorro le offerte del Black Friday.
Il Black Friday che non sai di volere
Cosa fa girare il mondo? L’economia? Non proprio. La risposta corretta – senza premi in palio – è: i nostri desideri. Desideri che derivano anche da bisogni o stati d’animo da soddisfare e che proprio in questo periodo vengono deliberatamente dirottati nei saldi, specie quelli del venerdì nero, il Black Friday. La nostra attenzione si focalizza sullo sconto più conveniente, poi sul successivo e così via, in una frenesia da shopping capace di cambiare il nostro comportamento. Tuttavia, partendo dal nostro potere d’acquisto, possiamo cambiare le cose, ribaltare la situazione e riprendere in mano la bacchetta magica, quella decisionale. Essere insomma più consapevoli di quello che facciamo.
Sì, perché se le offerte esistono per invogliarci all’acquisto, è anche vero che la mano che mettiamo sul portafoglio è la nostra. Perciò tanto vale domandarsi per cosa spendiamo i nostri soldi, se sia il caso di investirli in qualcosa che non si limiti solo al nostro tornaconto. Ecco perché da pochi anni esiste il Green Friday, un’alternativa per chi decide di non rinunciare allo shopping comprende tutte le forze che entrano in gioco nel soddisfare le sue esigenze e agisce di conseguenza. Uno sforzo che ripaga.
Black Friday e Green Friday: l’impatto ambientale di una decisione
27 novembre, la data assegnata quest’anno al venerdì nero. Si tratta di un evento che ha radici in America e prende il via il venerdì successivo alla festa del Ringraziamento. In Italia sbarca nel 2011 con Apple e la sua popolarità dilaga grazie ad Amazon. All’inizio gli sconti erano limitati al mondo digitale, ma da qualche anno anche diversi negozi e centri commerciali hanno aderito all’evento.
A poche settimane dal Natale, proprio quando cominciamo a stipare i regali da mettere sotto l’albero, si attiva il timer degli sconti. Saldi che a volte durano tutta la settimana, senza limitarsi alle 24 ore del venerdì o al weekend, e che solitamente terminano il lunedì successivo con il Cyber Monday. Una black week che ci spinge alle compere compulsive alla ricerca dell’offerta più conveniente. La corsa per approfittarne viene incoraggiata in modo ulteriore da diversi fattori, tra cui la possibilità di comprare un prodotto o un servizio con la garanzia del reso gratuito.
L’esito di questa strategia per lo scorso Black Friday fa molto riflettere. Se da un lato l’idea del reso gratuito durante i saldi è risultata in un 457% di compere in più, dando l’idea di enormi opportunità per tutti, dall’altro però la realtà è ben diversa. Secondo Appriss Retail, i resi negli Stati Uniti l’anno scorso, in termini economici, equivalevano a 369 miliardi di dollari di compere non effettuate. L’impatto ambientale è duplicato e molto spesso per l’oggetto reso non c’è una seconda possibilità, complicando ulteriormente la questione.
La nascita del Green Friday
Ciò che desideriamo ha un prezzo ulteriore, invisibile, ma che lascia traccia. Quando ordiniamo online, automaticamente sappiamo di volere che il nostro acquisto suoni al campanello di casa nostra. Mettiamo dunque in moto i corrieri, tanti corrieri: dai soli magazzini inglesi di Amazon, durante le ore di punta, un furgone diesel parte ogni 93 secondi secondo Staveley Head, assicuratore di camion e furgoni per i rivenditori.
Come effetto di questo traffico frenetico, l’inquinamento aumenta vertiginosamente. E così anche gli imballi di plastica, i prodotti che vengono gettati e rimpiazzati dai nuovi senza essere riciclati. In opposizione a questa logica consumistica, nel 2017 in Francia è nato il movimento ambientalista Green Friday. L’idea, diramatasi da Envie, una rete di imprese eco-solidali, si allarga a tal punto da comprendere oltre 400 imprese e associazioni.
Tra gli obiettivi di questo movimento c’è quello di portare il cliente a un acquisto ragionato. Al posto di continuare sulla falsa riga degli sconti, le società aderenti al Green Friday si impegnano a donare il 10% degli incassi giornalieri ad associazioni che promuovono il consumo responsabile, come Zero Waste. La scossa data dalle aziende francesi ha destato movimenti simili anche in altri paesi, fra cui l’Italia.
Dove finiscono i nostri soldi
Durante il periodo del Black Friday controlliamo le offerte a tempo lanciate per elettrodomestici, dispositivi tecnologici e vestiti. Acquistiamo ciò che vediamo, spesso senza tener conto del processo di produzione e di quello di smaltimento. L’idea che siamo responsabili delle nostre scelte passa in secondo piano, così come quella che ogni nostra azione ne genera un’altra, magari più a lungo termine.
Gli acquisti, quelli green
L’alternativa c’è e parte dal nostro modo di pensare. Oltre ad accorpare le spedizioni e a ridurre il numero di viaggi riservati alle nostre compere, chiedersi se sia il caso di prendere un prodotto usato o riciclato è già un ottimo punto di partenza. In questo modo si ridurrebbero le risorse utilizzate nella fase produttiva. Scegliere come regalo un’esperienza piuttosto che un bene materiale è un altro passo importante, quello successivo potrebbe portare alla decisione di informarsi sull’etica dell’azienda che promuove il prodotto che desideriamo.
Dalle catene di supermercati ai brand di moda, esistono realtà che hanno da tempo preso a cuore una produzione e una spesa ecosostenibile. Dal bando alle plastiche monouso della Coop ai capi green di Benetton, fino a chi, come Levi’s, punta sulla fase produttiva, migliorando le condizioni ambientali e sociali dei luoghi in cui opera.
Anche il mondo della cosmesi ha trovato il modo di offrire delle alternative ecosostenibili, come Kiko con la sua prima linea naturale o Bottega Verde che premia quei Comuni che si impegnano in particolar modo alla riqualificazione di un’area verde. E non finisce qui: giganti come Apple si sono posti il 2030 come data finale di un cambiamento produttivo che prevede di usare materiali di riciclo, progettare con energia rinnovabile, ecc.
Il potere della scelta
I saldi che durante il Black Friday possono arrivare anche oltre il 70% possono veramente essere un aiuto per chi è in difficoltà economiche. Per chi invece ha un potere d’acquisto maggiore possono essere quella molla che porta ad acquisti sconsiderati e, talvolta, nemmeno necessari. Un eccesso che diventa difetto permanente: carenza di risorse, sfruttamento e stress, inquinamento… un mondo che ha perso il suo incanto.
Ma da questa spinta green è nato qualcosa, si esce dalla mediocrità per riportare al centro l’equilibrio del dare e avere. Un’armonia che si ritrova rimettendo nelle mani del consumatore il potere di scegliere dove indirizzare il suo denaro e, di conseguenza, anche tutta la filiera produttiva e lavorativa. Perché “questo il mondo fa girar”.
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