Da un’idea di tre giovani under 30, nasce il negozio online che vuole rendere la sostenibilità a portata di tutti.
Abbiamo anche avuto il piacere di conoscere Alice e Riccardo di Susty in un’intervista live su Instagram in occasione del Salotto GreenToso, una serie di appuntamenti che offre spazio e visibilità ai brand green. Qui invece trovi la versione podcast.
- Ciao! Partiamo un po’ dalle presentazioni: cosa è Susty Shop e come funziona?
Susty Shop nasce dalla necessità di rendere il mondo plastic-free e zero waste più semplice e accessibile. In un mondo pieno di rifiuti, passare ad uno stile di vita “più leggero” è una necessità, ma non sempre chi vuole effettuare la transizione sa da dove cominciare. È per questo abbiamo pensato a delle box eco-responsabili e senza plastica, principalmente per la casa e la cura della persona, già “pronte per l’uso”.
- Dietro a ogni progetto ci sono teste e cuori: chi c’è dietro Susty?
- Da chi è composto il team di lavoro?
Siamo Alice, Riccardo e Gabriele, tre ragazz* tra i 22 e i 24 anni, di Palermo. Palermo, purtroppo, non è una città che offre tante opportunità, e per questo abbiamo deciso tutti e tre di fare i nostri studi all’estero. Tuttavia ogni volte che torniamo a Palermo per le vacanze, sappiamo che un pezzo del nostro cuore rimane lì, e soprattutto che il nostro obiettivo è quello di ritornarci un giorno, con un bagaglio di conoscenze e competenze più ricco, per poter dare il nostro contributo a questa meravigliosa città in prima persona.
3 è il numero perfetto, e abbiamo scoperto che da amici riusciamo a formare un team completo, essendo davvero complementari l’uno con l’altro.
alice
- Come è nata questa idea e quali obiettivi si pone il progetto?
L’idea è nata proprio guardando i cassonetti stracolmi della città di Palermo. Purtroppo nella nostra città vi è ancora una scarsa conoscenza e consapevolezza della tematica ambientale; la raccolta differenziata si fa solo in pochissimi quartieri e i rifiuti non vengono smaltiti correttamente.
Inizialmente ci siamo detti che bisognava fare qualcosa per sensibilizzare la popolazione palermitana e, infatti, l’obiettivo principale è quello di essere presenti non solo online, ma soprattutto nei negozi fisici palermitani, in modo da far conoscere ad avvicinare quante più persone possibili al mondo zero waste (ed abbandonare una volta per tutte la plastica!).
- In che modo Susty rappresenta un’alternativa sostenibile rispetto agli altri e-commerce e come si differenzia dai suoi competitors?
Abbiamo deciso di essere molto selettivi con i nostri prodotti e fornitori. Ne abbiamo valutati a decine, e ci abbiamo lavorato per mesi, cercando di non accontentarci di ciò che non ci convinceva al 100%. Abbiamo scelto prodotti certificati (FSC, PETA, ecc.) per garantire dei prodotti davvero responsabili. Nessuna delle box continente plastica (neanche il packaging, che è in cartone riciclato, compresa la carta adesiva), e tutti i prodotti sono 100% vegani e cruelty free. Possiamo anche vendere prodotti “ecosostenibili”, ma le spedizioni producono emissioni. È per questo che abbiamo fatto un accordo con EcoCart, un partner terzo a cui devolviamo una parte di ogni singola vendita per finanziare progetti di compensazioni delle emissioni di co2. In questo modo, le nostre spedizioni sono carbon neutral. Questo ci distingue dai nostri competitors, così come il fatto di offrire, piuttosto che singoli prodotti, un “servizio” di selezione e suddivisione nelle box. Così evitiamo la difficoltà di passare ore a cercare e confrontare i prodotti su internet (soprattutto per chi è alle prime armi).
- Quali attività porta avanti Susty per limitare il suo impatto, contribuendo alla salvaguardia del pianeta e delle sue risorse?
Tra le attività che legalmente ci siamo preposti ci sono anche quella di sensibilizzazione e consulenza. Sfrutteremo i canali social per parlare delle tematiche ambientali, consigliando azioni quotidiane che ognuno di noi può fare, documentari e libri da non perdere, e cercando di organizzare challenge ed eventi per creare una community quanto più consapevole.
- Le vostre boxes “sono 100% made in Europe”: come avviene la selezione dei prodotti e come mai non avete optato per il solo made in Italy?
Al momento non abbiamo in progetto di produrre dei prodotti a marchio Susty, e per le nostre box abbiamo deciso quindi di rivolgerci a dei fornitori già affermati nel settore. Abbiamo senza dubbio dato la precedenza al Made in Italy, ma con scarsi risultati. Purtroppo in Italia non c’è ancora nessuno che produca prodotti e accessori per la cura della persona e della casa in materiali eco responsabili come il bambù. Di conseguenza, ci siamo rivolti ai paesi vicini, che fortunatamente hanno soddisfatto i nostri requisiti, in termini di materiali e filiera di produzione.
- Quali progetti avete “in cantiere” per Susty?
L’e-commerce è solo un tassello iniziale, perché come abbiamo detto prima, l’obiettivo reale è il B2B, ovvero il commercio con le attività stesse. Questo non solo ci permetterà di arrivare a più persone, ma di arrivare alle persone che sono più restie agli acquisti online (come la generazione dei nostri genitori). Per il resto, l’intraprendenza e la voglia di fare non ci mancano, per cui lasciare le cose fare il proprio corso e vedere quali nuove porte si apriranno per il nostro progetto.
- Oggi si sta diffondendo una maggiore attenzione ed interesse verso gli acquisti consapevoli e sostenibili (dal punto di vista sociale ed economico oltre che ambientale). Quali sono attualmente, secondo voi, le maggiori resistenze in un cambio di paradigma e quali le possibili soluzioni per poterle contrastare?
Sicuramente l’aspetto economico gioca un ruolo importante: c’è ancora troppa poca domanda sul mercato dei prodotti sostenibili (rispetto a quelli commerciali), e quindi poca produzione. Di conseguenza, i prezzi, anche se assolutamente giustificati, a volte frenano le persone, soprattutto quelle un po’ in bilico. Per questo abbiamo cercato di mantenere i nostri prezzi al minimo, rinunciando ad una grande parte del margine, cercando di rendere le box più accessibili a tutti.
Inoltre, sicuramente chi non conosce i prodotti in bambù, o riutilizzabili, o zero waste, si pone tante domande, anche sull’utilizzo stesso, e non conoscendoli è inevitabilmente disincentivato a comprarli. Quello che, ad esempio, vogliamo fare con i social è far avvicinare i nostri followers ai nostri prodotti, attraverso le rubriche “know your box” e “know your product”, in cui spieghiamo le caratteristiche delle Susty Box e dei prodotti contenuti all’interno. Ci auguriamo che in questo modo le persone possano sentirsi sempre più sicure e più convinte della “transizione”.
Per saperne di più e scoprire tutte le box, visita il sito.
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