Quantз di noi sono cresciutз con i film d’animazione di Hayao Miyazaki?
A prescindere dall’età, le sue opere sono in grado di trasmettere una nostalgia, una curiosità e un’emozione che sarebbe bello provare più spesso.
Hayao Miyazaki non ha bisogno di tante presentazioni: è a tutti gli effetti considerato il padre dell’animazione giapponese.
Fumettista, animatore, sceneggiatore, regista, produttore…e più di 50 anni di carriera, nel corso dei quali non ha mai smesso di regalarci storie incredibili, commoventi e ricche di significati.
Molti dei suoi film investigano il rapporto mutevole tra uomo e natura, analizzando sfaccettature sempre diverse.
Dallo sfruttamento delle risorse naturali alla distruzione degli ecosistemi, fino a soluzioni di convivenza rispettosa tra esseri viventi, Miyazaki sviluppa il tema della coscienza ecologica sotto vari punti di vista.
L’influenza dello shintoismo, la religione che riconosce la presenza di uno spirito (kami) in ogni cosa, influenza l’estetica della natura che emerge in modo evidente dalle sue opere.
Altre tematiche sempre presenti nella sua produzione sono l’amore come forza salvifica, la presenza di eroine femminili di ogni età (che non hanno bisogno di essere salvate) e la passione per il volo e l’aeronautica.
Oggi ci focalizziamo su tre film particolarmente rilevanti per i modi in cui trattano il tema ambientalista.
Tre film significativi
Nausicaä della Valle del Vento (1984): è il suo secondo lungometraggio e porta con sé un messaggio molto attuale e quasi profetico.
La Principessa Nausicaä vive in un mondo post-apocalittico, distrutto 1000 anni prima da una guerra termonucleare e invaso da un ecosistema di insetti mutanti e piante che rilasciano esalazioni tossiche per gli esseri umani.
L’amore verso ogni forma di vita e l’approccio scientifico che caratterizzano la protagonista la portano a indagare le reali cause del mutamento del pianeta e la vera essenza della Giungla tossica.
La figura di Nausicaä è potente e altruista, tanto da essere disposta a sacrificare se stessa per salvare il mondo.
Principessa Mononoke (1997): racconta lo scontro tra uomo e natura. Lo sfruttamento delle risorse naturali ha portato gli uomini a spingersi oltre i confini che segnano il regno degli dei-animali, provocandone l’ira.
San, pur essendo umana, è stata cresciuta dai lupi e odia la sua stessa specie. Si contrappone alle altre eroine di Miyazaki per la sete di sangue e la violenza, incanalando il dolore della Natura e reagendo al pari di un animale ferito e diffidente.
Probabilmente è uno dei film più pessimisti del regista, che si conclude con un compromesso, ma senza una vera risoluzione del conflitto.
Ponyo sulla scogliera (2008): figlia della dea del mare e di un mago-scienziato una volta umano, la creatura marina Ponyo si innamora del bambino umano Sōsuke, e scappa sulla terraferma trasformandosi a sua volta in umana.
Il vero protagonista del film forse è il mare, che invade la costa e sommerge tutto nel momento in cui l’equilibrio cosmico si spezza a causa del rapporto tra Ponyo e Sōsuke. La conclusione del film si può leggere come un patto di mutuo rispetto e protezione, lasciando quindi spazio alla possibilità di redenzione e rinascita.
Miyazaki tra ambientalismo e pacifismo
Miyazaki non solo ha reso le sue opere portavoci di importanti appelli ambientalisti e di preziose riflessioni sul rapporto tra uomo e natura, ma è da sempre impegnato sul versante ambientale e pacifista.
Ecco solo alcune delle sue azioni più rilevanti:
- Ha criticato aspramente le decisioni dell’ex Primo Ministro Abe dopo il disastro di Fukushima.
- Sempre dopo Fukushima, lo Studio Ghibli ha rescisso il contratto con la società nazionale che allora gestiva la centrale nucleare.
- Ha annunciato l’intenzione di rendere sostenibile l’intera filiera produttiva dello Studio Ghibli.
- Ha fondato oltre 20 anni fa la Totoro Forest Foundation, che si impegna a proteggere e conservare gli ambienti naturali intorno a Tokyo.
Concludo riportando un piccolo estratto da un’intervista di Mario Serenellini a Hayao Miyazaki del 2014:
Spesso torno a Fukushima, dove osservo con quale forza e dolcezza silenziosa la natura, in assenza dell’uomo, riconquista i suoi diritti. Il primo segnale è l’erba, la sua tenerezza, il suo delicato muoversi nel vento. Finché potrò maneggiare un pennello o un pastello, non mancherà mai nei miei fogli l’erba nel vento.
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