In conversazione con Cristopher Gegembauer, artista, fotografo, designer.
In che modo l’arte dialoga nell’ambiente naturale nel quale è inserita? Come è cambiata negli ultimi anni la consapevolezza ecologica degli artisti? Quale è la visione dell’ecologia nella tua arte?
Credo che dall’arte povera al movimento ready-made, questo tema sia già stato sul tavolo degli artisti. Dalla mia esperienza con la fotografia, sono arrivato a credere che quest’era virtuale abbracci l’immagine, avvicinandola a qualcosa di meno tattile o addirittura intoccabile.
Nel mio lavoro continuo ad espandere la mia consapevolezza per materiali riutilizzabili per danneggiare meno l’ambiente, esplorando l’uso di materie prime (non lavorate) o ecologiche. Come l’utilizzo di pannelli biodegradabili o persino pareti come tela.
Nel tuo lavoro Anim ci sono “nature morte” astratte: forme organiche e asimmetriche ritornano nei tuoi dipinti come esseri ibridi di anatomia indefinita. Quale è il messaggio che vuoi comunicare? L’Antropocene è un punto di analisi del tuo lavoro?
Anim ha come riferimento uno dei concetti principali di Jung: è l’unione di anima e animus. Il mio obiettivo cardine con questa osservazione è di non fermarmi a vedere solo un corpo ma anche una coscienza oltre il genere. Questo corpo ibrido o anche le maschere che costruisco, richiamano l’anatomia vegetale e animale, e reinterpreto elementi esistenti già in natura. La mia arte è come un rizoma, non è un inizio né una fine, è infinita.
L’ecologia per definizione è una scienza che mira alla cooperazione. Sei un artista solista, quanto è difficile collaborare con un’altra persona per la creazione artistica? Ti piacerebbe realizzare un’opera in collaborazione con altri artisti?
Trovo interessante lavorare con l’arte in modo complementare, ho già avuto delle esperienze collaborative in questo contesto che mi hanno permesso di crescere e conoscere cose nuove!
Mi è piaciuto molto il lavoro di Michael Wang, Extinct in the wild, mostra che ho visto alla Fondazione Prada nel 2017. Quali sono gli artisti che lavorano con il tema dell’ecologia che apprezzi di più?
In Brasile abbiamo molti artisti interessanti con questi approcci. Mano Penalva e Rimon Guimarães sono i miei preferiti.
Sei un artista brasiliano, in che modo la tua cultura ha influenzato il tuo modo di percepire la natura? Come vedi l’interesse del mondo dell’arte per l’ecologia oggi?
Fin da piccolo sono stato molto a contatto con la natura, mio nonno era un contadino, per questo mi sono sempre legato a territori incontaminati, e ho imparato molto sulle risorse naturali e su quello che la terra dona. Credo che, come artista, sia importante sottolineare l’importanza della consapevolezza dell’uso delle risorse naturali. E come l’essere umano, io credo, provochi molti danni all’ecosistema a causa del consumo di risorse; il ruolo dell’arte dovrebbe essere quello di mettere in risalto le problematiche ambientali e ecosostenibili, al fine di rafforzare le interrelazioni tra arte, cultura e sostenibilità.
English version
How does art relate to its natural environment? And how has the ecological awareness of artists changed in recent years? What is the vision of ecology in your art?
From the movement of art povera to the ready-made movement, this issue has already been on the table for artists since decades. Since my experience with photography, I came to believe that this virtual era embraces the image, bringing it closer to something less tactile or even untouchable. In my work, I keep expanding my knowledge on more eco-friendly materials: for instance, raw materials or recyclable ones, eco-friendly hardboards or even walls as canvas.
In your work Anim there are the so-called “still lives”: organic and asymmetrical forms that are repeated in your paintings like hybrid beings of indefinite anatomy.What message do you want to communicate through them? Is the Anthropocene a core reflection in your work?
Anim is based on one of Jung’s main concepts: the conjunction of anima and animus. My aim is not to stop on the body: instead, I look for a consciousness beyond gender. The hybrid body and the masks that I build relate to plant and animal anatomy as well, to elements existing in nature. My art is like a rhizome, there is not a beginning or an end, it’s infinite.
Ecology is by definition a science that aims at cooperation. You are a solo artist, how difficult is to collaborate with other people during an artistic creation? Would you like to create a work in cooperation with other artists?
I find working with other people interesting in a complementary way. I’ve already had some experiences of this kind, and I ended up growing and getting to know new things!
I really enjoyed Michael Wang’s work, Extinct in the wild, an exhibition I saw at Fondazione Prada in 2017. What artists working with the theme of ecology do you appreciate the most?
In Brazil we have many interesting artists: Mano Penalva and Rimon Guimarães are my favorites.
You are a Brazilian artist, how has your culture influenced your way of perceiving nature? How do you see the broad interest of the art world in ecology today?
Since I was a child, I have had a lot of contact with nature: my grandfather was a farmer, so that I always relate to unpolluted environments. I have learned a lot by being in touch with natural resources and with what earth gives. As an artist, I believe it is important to emphasize the awareness of the use of natural resources. And as a human, I believe consumption causes a lot of damage to the ecosystem; therefore, the role of art should be bringing human attention close to nature and eco-consciousness, in order to strengthen the interrelationships between art, culture and sustainability.
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