Difendono le forme di vita negli Oceani. Combattono le attività illegali in alto mare.
Si oppongono allo sfruttamento avido della specie umana.
I volontari di Sea Shepherd sono veri e propri eroi moderni. Pirati del bene che con coraggio e azioni dirette ottengono risultati straordinari.
Abbiamo incontrato Andrea Morello, Presidente di Sea Shepherd Italia.
Andrea, parlaci di Sea Shepherd. Chi siete, cosa fate e, soprattutto, perché.
Siamo il movimento a difesa dei mari. Siamo guidati da una forte consapevolezza: se gli Oceani muoiono, moriamo anche noi. Paul Watson, fondatore e attuale presidente di Sea Shepherd, lo spiega in modo molto chiaro: noi dipendiamo dalla natura in tutto e per tutto. Immaginiamo la nostra Terra come un’astronave: alla guida non c’è l’uomo, come molti possono pensare. Chi regola la rotta sono gli animali – le balene, i vermi e le api in primis – e noi li stiamo eliminando, in un vero e proprio suicidio. Sea Shepherd nasce sulla tattica dell’azione diretta per documentare, filmare e agire per fermare il massacro dei mari.
Come vi definite?
Siamo il movimento aggressivamente non violento. Un emblema di questa filosofia è l’inseguimento iniziato alla fine del 2014 di una delle navi da bracconaggio più famose del mondo. Dopo 110 giorni i bracconieri decidono di distruggere la loro stessa nave ormai sconfitta. Una vittoria per i mari, senza nessun intervento aggressivo da parte nostra.
Quali sono state altre battaglie importanti?
La prima e forse più conosciuta è quella contro l’uccisione dei cuccioli di foca. Sea Shepherd nasce nel 1977, anno in cui ne vengono uccisi oltre 250 mila. La seconda lotta è quella contro un governo intero. Alla fine degli anni ‘80 l’organizzazione contrasta le baleniere giapponesi che eludono le leggi internazionali facendo passare le spedizioni come “ricerca scientifica”. Dati alla mano, la verità viene a galla. E, concretamente, si ostacolano le navi interponendosi durante la caccia illegale.
Una vera e propria battaglia di Davide contro Golia.
Sì, la perdita economica per loro è enorme. Arriviamo alla Corte Internazionale e vinciamo: il Giappone si deve ritirare dalle acque internazionali.
Il vostro logo ha il simbolo dei pirati: vuoi spiegarci questa scelta?
Come sostiene Paul Watson, ci vogliono pirati per fermare altri pirati. Siamo pirati della compassione che fermano pirati del profitto. Non infrangiamo le leggi, le difendiamo.
Puoi darci qualche dato per comprendere la gravità della situazione?
Gli Oceani occupano il 70% del nostro pianeta e l’80% delle specie viventi si trova in mare. Distruggendo questo ecosistema stiamo uccidendo la biodiversità e quindi l’uomo. Qualche numero? Il 40% del pescato nelle coste del sud Europa e Africa è illegale. E il 30% viene rigettato in mare morto, perché catturato per sbaglio.
Il Mar Mediterraneo è il più sfruttato al mondo. Il 70% della pesca è overfishing: viene pescato più pesce di quanto riesca a riprodursi. È un mare contaminato da microplastiche e non tutelato. Ad oggi le uniche aree protette reali – e non solo dichiarate – occupano appena lo 0.2% di tutta l’area.
Cosa è stato fatto in difesa del Mar Mediterraneo?
Una delle campagne più importanti è l’operazione Siracusa, per difendere la riserva naturale del Plemmiro. Con un pattugliamento incessante giorno e notte per 6 anni abbiamo protetto e difeso le cernie e i ricci di mare che venivano pescati illegalmente nella zona. Risultati: la confisca di una grande quantità di attrezzatura da pesca illegale, la rinascita della biodiversità e…beh, i pesci hanno cambiato carattere. Le cernie all’inizio scappavano all’arrivo dei subacquei; adesso non hanno più paura dell’uomo.
Quali sono i vostri obiettivi a breve-lungo termine?
Possiamo riassumerli in 3 punti. Primo, che le leggi vengano davvero rispettate e non restino solo sulla carta. Secondo, la creazione di più aree protette, per tutelare la biodiversità. E infine, la presa di coscienza delle persone. Dobbiamo capire che sono le piccole azioni quotidiane che comportano il cambiamento. Non sono mai state le grandi organizzazioni a cambiare la storia, ma la passione e la forza dei singoli.
Il tuo messaggio per chi sta leggendo queste righe.
Svegliati, sii cosciente. Informati per scegliere in modo consapevole. Renditi conto che anche le scelte più banali – come l’acquisto di una bottiglietta di plastica – hanno un impatto devastante sul pianeta. Presta attenzione a cosa mangi, a cosa bevi e a come ti vesti.
Parliamo di te, Andrea. Raccontaci un’esperienza che conservi nel cuore.
C’è un momento in particolare che occupa un posto speciale. Siamo al ritorno dall’operazione SISO e, prima di arrivare a destinazione, tutta la ciurma si riunisce per la canonica foto di gruppo: è un momento unico durante il viaggio perché si lavora per turni. Siamo lì, pronti per la foto e, proprio in quel momento, sentiamo un suono incredibile, quasi magico. Ci sporgiamo e vediamo sei delfini in prua, che escono dall’acqua e cantano in un’unica melodia. Ci salutano. Ci ringraziano.
Ecco, penso sia difficile spiegare a parole certi momenti. Si sente la relazione più vera e profonda con la natura. I pesci, gli animali del mare lo sanno se sei lì per fare del bene. Lo capiscono davvero.
Una frase per te significativa?
Enzo Maiorca una volta mi disse “Andrea, non ti preoccupare. La terra ci può anche dividere, ma il mare ci unisce tutti.
Aveva ragione.
Per sapere di più sulle campagne e sulle iniziative di Sea Shepherd visita il sito
stefano dice
Inspiring 🙏
Basse dice
Grande Andrea e grandi voi ✌🏻