È il 2015 quando Osvaldo, figlio di un agricoltore calabrese che coltiva clementine, si rivolge a Giuseppe, suo amico da tempo, per chiedergli aiuto. Lavorare con i supermercati e la GDO sta portando infatti l’azienda sempre più verso il fallimento, a causa dei prezzi irrisori che vengono pagati ai produttori. Se un chilo di clementine in negozio viene pagato dal cliente finale più di 4 euro, al coltivatore ne arrivano appena 0,25.
Ragionando su questo Giuseppe e Osvaldo si rendono conto che il problema sono i troppi intermediari tra il produttore e il cliente finale. Per provare a risolvere la situazione pensano ad una soluzione originale: proporre agli utenti del Web di adottare il loro albero da frutta personale per se stessi o come regalo “alternativo”. Si potrà scegliere il tipo di albero, in quale parte del frutteto, si potrà dargli un nome, si potrà addirittura controllarne la crescita e la salute, con foto e video che manderanno gli agricoltori. E si potrà anche partecipare alla raccolta della frutta, se si vuole. È la nascita di Biorfarm.
La nascita e l’evoluzione
Il progetto nasce come un hobby a cui dedicare il week end, poi pian piano cresce grazie all’impegno di Osvaldo, Giuseppe e il loro team, con un coinvolgimento sempre maggiore di persone, ma anche di aziende: Kellog, Antica Erboristeria e Colgate tra le altre.
Oggi Biorfarm conta quasi 20.000 utenti, che si riforniscono da 26 agricoltori, con altri 20 in fase di ingresso. Uno dei vantaggi per i produttori è certamente quella del prezzo, ma anche il fatto di poter vendere la frutta prima ancora che sia matura e quindi avere un introito certo.
La scelta dei produttori
Ma come sono scelti i coltivatori che partecipano al progetto?
Oltre naturalmente ad una certa familiarità con le nuove tecnologie (i produttori parlano direttamente con gli utenti finali, e mandano loro gli aggiornamenti sullo stato degli alberi e sulla raccolta), il punto fondamentale è la Certificazione Bio. Questo perché la mission di Biorfarm non è solo quella di mettere in contatto coltivatori e clienti, ma quello di creare un intero ecosistema sostenibile a 360 gradi.
L’idea alla base di questo progetto è infatti fare in modo che i vantaggi si espandano a raggio attorno all’agricoltore che coltiva in modo biologico e naturale. In questo modo tutta la filiera collegata ai coltivatori diventa parte di un sistema sostenibile che ha un impatto positivo anche dal punto di vista ambientale, oltre che economico. Questo impatto positivo ha ottenuto una certificazione ambientale sia da uno spinoff del Politecnico di Milano, sia da Lifegate, il prestigioso magazine online. Chi partecipa a questo progetto può infatti vedere certificata la compensazione delle sue emissioni di CO2, motivo di appeal per le molte persone che scelgono Biorfarm principalmente per motivi etici e di sostenibilità ambientale.
Quali sono i prossimi passi?
Entro la fine dell’anno l’attuale piattaforma sarà rinnovata, per un’interfaccia e un servizio ancora più user friendly. Inoltre, proprio in epoca Covid, è nato il Biormarket, dove, anche se non si fa parte del progetto di adozione di un albero o di un filare, si può comunque acquistare la cassetta di frutta bio che si preferisce. Ovviamente chi ha adottato quell’albero ha un prezzo di acquisto più basso, ma anche per l’utente occasionale i vantaggi sono notevoli. Prodotti di stagione e di origine certificata biologica, spedizione gratuita e la consapevolezza di stare supportando un’agricoltura sostenibile, oltre a portare in tavola prodotti sani e gustosi.
Inoltre, prima a Milano e ora anche a Roma, si sono approntati dei piccoli magazzini per la frutta, in modo da dare un servizio ancora più veloce e sostenibile agli utenti di queste città.
Ci sono diverse fasce di scelta, sia per l’acquisto diretto sul Biormarket, sia per l’adozione di un albero: Silver, Gold e Platinum, che corrispondono a quantità diverse, pensate per coprire il fabbisogno di 2, 4 o 6 persone. Non si scende mai sotto ad un certo peso, proprio perché lo scopo è anche quello di educare il consumatore a un tipo diverso di comportamento, maggiormente sostenibile dal punto di vista del trasporto.
Per le aziende: Save the Farm
Una nuova ulteriore iniziativa, messa in piedi in collaborazione proprio con LifeGate, è invece rivolta alle aziende e si chiama Save the Farm. In questo caso è l’azienda a scegliere di adottare o piantare una serie di alberi da frutto per creare un vero e proprio frutteto aziendale digitale e biologico. Al momento del raccolto, la frutta viene quindi consegnata direttamente negli uffici, a casa dei dipendenti o in punti vendita scelti. Save the Farm mette in atto un supporto reale all’agricoltura sostenibile, oltre ad essere un modo per offrire benefit ai propri dipendenti e comunicare all’esterno, anche attraverso i canali LifeGate, il proprio impegno in campo ambientale.
Tutti i dettagli su Save the Farm si trovano qui: https://www.lifegate.it/iniziativa/save-the-farm
Per saperne di più invece sul progetto Biorfarm e sul Biormarket, questo è il sito ufficiale: https://www.biorfarm.com/
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