Negli ultimi anni, l’impatto ambientale della produzione tessile unito a quello dell’industria della moda è diventato un problema di cui si è presa coscienza, a tal proposito sono molte le iniziative in favore del riuso dei capi dismessi e del riciclo inteso come recupero dei tessuti.
La storia che stiamo per raccontarvi rappresenta un virtuoso esempio in cui coscienza ambientale, creatività e tecnologia si sono incontrate per dar vita a una realtà davvero innovativa con una forte vocazione sociale: Atelier Riforma. Si tratta di una start up che ha come obiettivo quello di ridurre l’inquinamento generato dal settore tessile-moda attraverso il sistema dell’economia circolare.
L’idea nasce, nel 2019, come progetto di recupero di indumenti usati, grazie all’intuizione di Elena Ferrero e Sara Secondo. Pur provenendo da settori lontani dal mondo della moda, hanno da subito ben chiaro il proprio obiettivo: valorizzare i capi dismessi dando loro nuova vita.
E’ nel 2020, però, che Atelier Riforma si trasforma in una vera e propria start up coinvolgendo in una vasta rete più di 25 realtà sartoriali, da nord a sud, e diventando il primo Marketplace in Italia dedicato all’upcycling.
I vestiti raccolti vengono affidati alle mani esperte di sarti in grado di renderli nuovamente indossabili, includendo oltre all’aspetto ambientale anche quello sociale, basti pensare che molte delle realtà sartoriali coinvolte sono attività che operano per il reimpiego di vittime di violenza, migranti ed ex detenute.
Un impegno, quello di Elena e Sara, che si articola anche attraverso una profonda opera di divulgazione nelle scuole di moda e tra i consumatori per spiegare i meccanismi dell’upcycling e sensibilizzare su temi ambientali e sul consumo consapevole.
Nonostante gli ottimi risultati, nel 2021 le fondatrici capiscono che per applicare il modello circolare su ampia scala è necessario cambiare il tipo di business, sviluppando una tecnologia chiamata Re4Circular. Si tratta di un’intelligenza artificiale in grado di catalogare e digitalizzare i tessuti e smistarli verso la destinazione più idonea: riuso, riciclo o upcycling. A questo sistema verrà collegata una piattaforma B2B che metterà in contatto le aziende che si occupano della raccolta con quelle che si occupano di moda circolare, per esempio attività che riciclano tessuti o negozi dell’usato.
Combattere gli impatti negativi dell’industria della moda è possibile mettendo in atto buone pratiche di produzione, rispettose dell’ambiente e dei lavoratori, e incentivando un cambiamento nelle abitudini dei consumatori, chiamati a orientare la loro scelta su abiti realizzati con tessuti ecologici o capi vintage dalla seconda vita.
Secondo le nuove normative europee sull’economia circolare, entro il 2025 la raccolta dei rifiuti tessili sarà obbligatoria, per questo Atelier Riforma rappresenta un progetto pionieristico che speriamo possa servire da modello a tante altre aziende con l’obiettivo di recuperare i vestiti usati e valorizzarli per tutelare l’ambiente e generare benessere per tutti.
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