Nasce a Bologna, Arvaia, il primo esperimento sociale, in Italia, fondato sul modello dell’agricoltura supportata dalla comunità. Arvaia è una cooperativa agricola aperta e solidale.
Un gruppo di persone, tra cui agronomi, agricoltori, volontari, tecnologi che hanno deciso di investire sulla loro alimentazione e di compiere una scelta: praticare la sovranità alimentare, ossia prodursi e procurarsi da soli il cibo da portare nelle loro tavole.
Arvaia nasce nel 2013, a Bologna, presso via Olmetola 16, nel quartiere di Borgo Panigale, all’interno del Parco città campagna di villa Bernaroli. Il modello a cui si ispira è quello della Community Supported Agriculture (CSA), ossia l’agricoltura sostenuta dalla comunità. La cooperativa promuove una forma di organizzazione dell’attività di produzione agricola e del consumo dei prodotti dell’agricoltura che si basa fra chi produce il cibo (i contadini) e le persone che lo mangiano (i fruitori).
Ben 47 ettari di terreno, dove vengono coltivate circa 75 varietà di ortaggi, cereali, frutti e legumi con tecniche di agricoltura biologica, basate sull’ingegno, la conoscenza e la cura assidua. Non vengono usati pesticidi, diserbanti o fertilizzanti chimici.
Prodotti a km 0, distribuiti senza imballaggi, che arrivano direttamente sulle tavole dei soci fruitori che hanno messo a disposizione risorse economiche, conoscenze ed energie.
La produzione di ortaggi è finanziata da soci fruitori col versamento di una quota annuale che viene definita, di anno in anno, in funzione del piano colturale. I soci che supportano, economicamente, la produzione agricola hanno diritto a una parte del raccolto. Per 50 settimane all’anno, Arvaia distribuisce i prodotti freschi attraverso 8 punti di distribuzione sparsi per la città e due volte alla settimana.
Tra i soci fruitori, alcuni sono anche dipendenti e lavoratori della cooperativa. Tutti i soci vengono coinvolti nelle diverse attività dell’azienda: prendono parte alle assemblee decisionali e anche agli eventi e alle iniziative organizzate durante l’anno (per esempio, giornata degli alberi, Capodanno celtico, giornate della biodiversità, ecc.).
Inoltre, la cooperativa promuove una serie di attività didattiche per i più piccoli, con l’ausilio di personale qualificato, guide escursionistiche ed educatori con esperienza nell’ambito dell’educazione ambientale; ad esempio:
• progetti strutturati per attività di educazione ambientale nelle scuole del territorio;
• giochi ed esplorazioni sensoriali nell’ambiente;
• giochi di società a tema ambientale;
• attività ludiche e laboratoriali in occasioni di eventi particolari.
Così facendo, si cerca, in primis, di far leva sulla naturale curiosità dei bambini, per sviluppare, mediante il gioco ed esperienze pratiche, i temi della sostenibilità e del rispetto ambientali.
Arvaia ha scelto un modello di agricoltura sostenibile per il territorio e a ridotto impatto per l’ambiente; si propone, per il futuro, di diventare sempre più grande e di coinvolgere sempre più persone nella sua organizzazione. E, soprattutto, la cooperativa spera di vedere presto nascere sul territorio nazionale altre realtà simili, intente a perseguire i valori di solidarietà agricola ed economia solidale.
Perché questo possa diventare realtà, bisogna comprendere la complessità delle relazioni tra natura, attività umane e risorse. Solo così si possono porre le basi per promuovere un comportamento critico e propositivo dei cittadini verso il proprio contesto ambientale, per sviluppare il senso civico e creare un rapporto affettivo tra le persone, la comunità e il territorio.
Flavia dice
Una bomba! Brava.