C’è chi la chiama Second Hand generation, chi Depop generation, come la si voglia chiamare parliamo della giovane Generazione Z, di cui fanno parte i nati tra il 1995 e il 2010. Nel loro armadio non mancherà sicuramente un jeans Levi’s degli anni Novanta acquistato in un mercatino dell’usato o rubato direttamente dal guardaroba della mamma.
Ma perché i giovani sono così vintage addicted?
Negli ultimi anni, questa generazione ha assunto un atteggiamento sempre più responsabile: la sostenibilità è diventata un driver di scelta prioritario, anche quando si deve decidere cosa indossare. In una società fortemente consumista, la nuova generazione sta prendendo le distanze dal fast fashion, che fa leva sul basso costo e la quantità, per abbracciare il second hand. Inoltre, come ha evidenziato lo studio “The State of Fashion 2019” elaborato della società McKinsey&Company, nove consumatori su dieci della Gen Z ritengono che le aziende si debbano prendere la responsabilità di affrontare questioni ambientali e sociali.
Tra Vintage e Second Hand il trend del riutilizzo sta spopolando. Tuttavia, oggi non si deve pensare a mercatini delle pulci, ma a capi selezionati e pezzi unici: dalle camicie anni Sessanta ai jeans a vita alta, ad abbigliamento firmato in ottime condizioni. Si tratta di una vera e propria caccia al tesoro, il che rende tutto molto divertente.
Questa giovane generazione non solo preferisce, ma ha persino reso popolare l’uso di abiti di seconda mano. Ma quali sono le ragioni?
L’eco-consapevolezza è senza dubbio una di queste. La Generazione Z è informata e molto attenta al cambiamento climatico e ai fattori che lo accelerano; è consapevole della necessità di cambiare il proprio comportamento al fine di ridurre l’impatto ambientale. La ri-circolazione di un capo, in un’ottica di sharing economy anti-spreco è un’esigenza: non produrre nuovi capi significa ridurre le emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera.
Il budget limitato della Gen Z è un altro elemento a favore di questa scelta: ci si rinnova il guardaroba con poco, in quanto il prezzo di acquisto di un bene usato non è mai intero. L’obiettivo è ricercare il maggior vantaggio economico senza però rinunciare alla qualità.
Inoltre, indossare un capo vissuto e con una storia ha un valore aggiunto, come anche viceversa dare una seconda vita alle vecchie cose personali che non si usano più. I giovani amano sperimentare con gli stili, reinventare un capo di qualcun altro, spinti dal desiderio di differenziarsi e cercare la propria individualità.
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