Ecologia e psicologia. Sembra un ossimoro ma non lo è. L’unione di due cose apparentemente diverse può dare vita a qualcosa di magico, in questo caso: l’ecopsicologia (o ecoterapia). Si tratta di una forma di terapia ambientale che prevede alcune pratiche di avvicinamento in modo consapevole alla natura che generano benessere e guarigione.
Origini
L’ecopsicologia nasce ufficialmente in California all’inizio degli anni novanta, più precisamente nel 1989 all’interno dell’università di Berkeley. L’intento degli accademici (Elan Shapiro, Alan Kanner, Mary Gomes e Robert Greenway) era quello di formare un gruppo di studio per far fronte alla crisi ecologica del periodo servendosi della psicologia. Qualche tempo dopo Theodore Roszak entra a far parte del circolo e conia il termine “ecopsicologia” per unire sotto un unico termine la psicologia verde, l’ecoterapia, la psicoecologia ecc. Ed è proprio Roszak che introduce, all’interno del suo libro The Voice Of The Earth (1992), un interessante concetto: l’ inconscio ecologico. Si tratta della consapevolezza di essere connesso a tutte le creature viventi e che porta dunque al riconoscere l’uomo stesso come parte integrante del mondo naturale. È uno strumento per conoscere e riconoscersi come un tutt’uno con l’ambiente naturale, sottolineando come attraverso il contatto con la natura sia possibile riconnettersi al proprio mondo interiore. La natura diventa fonte di consapevolezza e un antidoto contro lo stress della vita urbana. L’ambiente dunque ricopre un ruolo di vitale importanza: influenza i nostri pensieri, il nostro stile di vita, la nostra identità, le nostre emozioni e di conseguenza anche l’umore. Il verde suscita stimoli diversi all’interno della mente e del corpo, creando delle sensazioni di serenità in grado di generare effetti terapeutici sulle persone.
Recentemente, a sottolineare l’importanza del green nella nostra attuale società, è l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) che ha stilato i sei punti del Manifesto – “prescrizioni per una ripresa sana e verde dal COVID-19” all’interno del quale ha inserito come priorità il proteggere e preservare la fonte della salute umana: la natura. Citando il documento: non ci può essere una società sana senza che vi sia un equilibrio con l’ambiente, che ci fornisce aria, acqua e cibo.
Studi scientifici
Curarsi in modo naturale è possibile. A testimonianza di questa teoria sono state condotte svariate ricerche. Secondo il report, pubblicato su Home Remedies, il contatto con la natura comporta benefici di tipi distinti:
- Benefici medici: anche la sola osservazione della natura può aiutare il corpo a guarire più velocemente. La ricerca ha dimostrato infatti che i pazienti negli ospedali provano meno dolore e si riprendono più in fretta, se hanno accesso ai panorami e ai suoni della Terra. Anche guardare murales di paesaggi naturali e ascoltare i suoni registrati della natura può avere un effetto simile sul processo di recupero.
- Benefici emotivi: adulti e adolescenti affermano di sentirsi più rilassati dopo aver trascorso del tempo all’aria aperta immersi nella natura, la quale aumenta anche l’autostima e aiuta ad essere più calmi e comprensivi.
- Benefici terapeutici: interagire con la natura solo per poche ore ogni giorno può aiutare a combattere alcuni disturbi, come la depressione e l’ansia. La sensazione di malessere, la paura per il futuro e le preoccupazioni dopo l’immersione nella natura calano drasticamente. Si tratta di imparare a meravigliarsi delle piccole ma incantevoli cose che solo la Terra è capace di offrire: ascoltare il rumore di un ruscello, le onde del mare, o guardare le foglie autunnali che danzano nel vento, un arcobaleno, le infinite sfumature di verde presenti nel bosco o in un prato…
Mind, il principale ente di beneficenza per la salute mentale, chiede che l’ecoterapia sia riconosciuta addirittura come un trattamento di prima linea clinicamente valido per i problemi di salute mentale. I risultati del primo studio, che esamina come l’esercizio verde influenzi in modo specifico le persone con problemi di salute mentale, sono sorprendenti: il 71% ha riportato una diminuzione dei livelli di depressione dopo la passeggiata verde, il 71% ha dichiarato di sentirsi meno teso dopo la passeggiata verde e il 90% ha aumentato l’autostima dopo la passeggiata in campagna. Il secondo studio di ricerca di Mind ha mostrato le opinioni delle persone che partecipano regolarmente alle attività ecologiche: il 90% ha affermato che è stata la combinazione di natura ed esercizio ad avere l’effetto maggiore su di loro e il 94% ha affermato che le attività ecologiche hanno giovato alla loro salute mentale, sollevando la depressione. Infine, per la prima volta è stata identificata una tempistica minima al fine di sentirsi meglio: secondo l’indagine dell’Università di Exeter Medical School, svolta nel 2019, trascorrere almeno 120 minuti a settimana nella natura è associato a buona salute mentale.
Curiosità
- Nel 2004 è stata fondata, ad opera della psicologa Marcella Danon, Ecopsiché: la prima scuola italiana di ecopsicologia. È dedicata alla divulgazione, all’insegnamento e all’applicazione della materia transdisciplinare.
- A ottobre del 2020, per i bambini il WWF ha stilato una lista dei 10 fattori che vengono migliorati o sviluppati dal contatto con la Natura: dall’intelligenza all’attenzione, ma anche la creatività e la socialità.
Conclusioni
La natura dunque, può curare. È ossigeno puro per la mente e il corpo. Ci aiuta, ci tiene in vita. Per questo è necessario tutelarla e prenderci cura di lei, come lei fa con noi. E grazie alla pratica dell’ecoterapia (che tra le altre cose, educa l’uomo ad essere un cittadino più responsabile) è possibile avere una maggiore consapevolezza di tutto ciò: esistono delle connessioni indissolubili tra ambiente e psiche. Mai come oggi, in un clima di sofferenze ambientali, la collaborazione reciproca è essenziale nella speranza di evitare il collasso degli ecosistemi della Terra.
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