Da tempo desidero tenere un corso con questo titolo “Il Giardino, specchio dell’Anima”, più difficile da spiegare che non da farsi. Inizialmente il suo titolo originale era “Psicogiardinaggio”, ma la parola “psico” ha spaventato molto e mai nessuno ha osato iscriversi. Ma forse le persone non sanno che “Psyche” significa fiato, alito, respiro, inteso come respiro vitale, essenziale per la Vita; Pshyche significa anche Spirito, Anima.
Quando avevo l’attività di giardinaggio (creazione e manutenzione di giardini), mi ero resa conto che il giardino era lo specchio di chi lo viveva. Per la specie di piante che aveva al suo interno, per l’ordine, l’ordine sparso o il disordine, per lo stile del giardino stesso.
E non ci si sbaglia, il Giardino è proprio lo specchio di chi lo abita, come una casa.
Chi mi conosce sa che ho creato una linea di prodotti a base di miscele floreali, gli “Armonizzatori del Giardino” miscele composte da Fiori di Bach e fiori Californiani per contrastare insetti e piccoli animali. Queste miscele sono utili per armonizzare l’equilibrio tra piante e insetti, in modo naturale. Gli stessi rimedi floreali sarebbero utili per il proprietario o l’abitante del Giardino. Fidatevi, è così. Se si avesse la possibilità di entrare un attimo nell’intimo parlando con la persona in questione, quegli stessi rimedi sarebbero adeguati per chi vive il giardino.
In qualità di giardiniere, entrando in un giardino per la prima volta, sapevo già con quale tipo di personalità avrei avuto a che fare.
Un caro collega giardiniere che, come me, ha a cuore la situazione ambientale nel senso più ampio del termine, sostiene che sarebbe molto utile insegnare già dalle scuole elementari o sin dall’asilo ai bambini il rispetto e la conoscenza dell’ambiente proprio come un essere vivente che ci permette di vivere sulla sua pelle, ma abbiamo convenuto insieme che alla fine, la maggior parte delle persone ancora oggi non considera nemmeno l’esistenza di un “Ambiente vivente” esterno o attorno a noi. Spesso mi è capitato di girare per boschi e vedere sacchetti di plastica portati dal vento, aggrappati su rami alti.
Osserviamo chi, con noncuranza, getta cartacce, plastica o altro al suolo. Osservate bene, andate oltre le apparenze. Sono persone che si prendono cura di se stesse? Sono persone felici? Sono persone sane? Sono persone che vi lasciano sottintendere un senso di rispetto per il prossimo?
Ecco, se fate questo genere di osservazioni andando oltre alle apparenze, allora capirete quanto l’Esteriorità sia Madre dell’Interiorità (Clarissa Pinkola Estés) e come l’Ambiente esterno sia lo specchio esatto dell’Ambiente Interiore.
Così come tratto e considero l’Ambiente fuori, così tratto e considero me stessa/o. Per me non ci sono accezioni a questa regola.
La Terra su cui viviamo è un essere femminile denominata Gea sin da tempi antichissimi e successivamente rinominata Gaia (teoria di James H. Lovelock) in tempi più recenti. Ora, abbiamo a che fare con un essere vivente che di fatto è femminile: come una brava madre di famiglia, nutre, protegge, cerca di farci avere tutto per ogni esigenza. Poi, quando si arrabbia, come una buona madre, urla: “Così come ti ho fatto ti distruggo!” e qui la prendo un pò in ridere, ma di fatto, se ci pensate è così.
Gaia accoglie quasi otto miliardi di individui per lo più fastidiosi e rumorosi nel proprio vivere quotidiano, nonostante tutto ha sempre risposto ad ogni nostra esigenza. Ora, che stiamo tirando la corda un pò troppo, inizia a sgridare, a dare cenni di impazienza, a farci venire meno sostanze e nutrimento e con le catastrofi, a indicarci che la via che stiamo seguendo non è quella giusta. Lo scioglimento dei ghiacciai e la conseguente questione dell’acqua potabile ad esempio, (oltre che di tutti gli ecosistemi interconnessi, considerato inoltre che se verranno a mancare le acque dolci del pianeta non si sa esattamente a quali catastrofi saremmo esposti) è un grave problema alle nostre porte che ancora fingiamo di non vedere piuttosto che rimboccarci le maniche – pur essendo in grave ritardo. Il problema non è il sovrappopolamento, ma come decidiamo di utilizzare le risorse esistenti sul pianeta.
Bene o male?
La mancanza di rispetto del pianeta Gea rappresenta la mancanza di rispetto del morbido mondo femminile. Del resto viviamo in una condizione di patriarcato da almeno duemila anni. Una mentalità che vede l’accaparramento come unica fonte di reddito e di sopravvivenza piuttosto che l’equa divisione dei beni, non può che creare differenze. E un nutrimento (oltre che di cibo anche scolastico, remunerativo, sociale) che divide i sessi rafforza la credenza di una minoranza. Solo che è quella minoranza (cito Minority Report) sempre più spesso che fa la differenza anche a costo della propria di vita: quando mette al mondo, quando nutre, quando decide di slegarsi da attaccamenti e vivere da libero individuo, quando la carriera per essere ottenuta necessita di sforzi almeno duplicati o triplicati per il raggiungimento del successo personale; quando persino l’istruzione e la conoscenza vengono negate. Quando, in ogni caso, sono le donne che continuano a partorire e a nutrire il mondo.
Ecco, il rispetto per Gaia dovrebbe essere lo specchio del rispetto per noi stessi, per tutti gli individui che posseggono quel lato femminile che va nutrito, curato, protetto.
Osservate con cura e prendete una decisione rispetto a ciò che volete essere e con quale impronta volete camminare nel mondo.
Vanda Shiva docet, inoltre consiglio la lettura del libro di Annalisa Corrado “Le ragazze salveranno il mondo” che apre altre “finestre” di attualità su alcune donne a malincuore quasi mai citate dai media.
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