“Tutti noi siamo il motore che alimenta la distruzione del patrimonio comune della natura”. Con questa affermazione lo psicologo Daniel Goleman intende sottolineare l’impatto che le nostre abitudini e i nostri consumi hanno sull’ambiente. È una verità scomoda. Ci hanno sempre insegnato a prenderci cura di noi stessi e degli altri eppure a volte ci dimentichiamo di prenderci cura anche dell’ambiente che ci ospita. La causa risiede nell’egoismo dell’uomo che, accecato da esso, finisce con il dare per scontate tante cose, forse troppe. Continua Goleman: conduciamo la nostra vita senza pensare alle conseguenze che essa potrebbe avere sul pianeta, sui nostri discendenti. Ignoriamo i legami che esistono tra le nostre decisioni quotidiane – per esempio l’acquisto di un prodotto piuttosto che di un altro – e l’impatto che tali decisioni hanno sul pianeta. Questa è la potenza dell’interconnessione. Siamo tutti connessi a tutto. Viene comunemente chiamato effetto domino: ogni azione che compiamo, porta inevitabilmente una conseguenza. Lo psicologo statunitense ha coniato il termine “intelligenza ecologica” proprio per spiegare questo fenomeno, significa apprendere gli effetti delle attività umane sugli ecosistemi, di applicare ciò che abbiamo imparato nello sforzo di causare meno danni possibili e, ancora una volta, condurre una vita sostenibile all’interno della nostra nicchia ecologica, che oggi corrisponde all’intero pianeta.
Uno dei problemi della nostra società è il consumismo, un fenomeno purtroppo sempre più diffuso: il famoso usa e getta. Questo modello è in stretta correlazione con un altro scoglio insormontabile del XXI secolo: la frenesia. Dobbiamo sempre correre, fare di più in tempi più brevi, senza focalizzarci su ciò che è “più giusto”. Per esempio: durante l’acquisto di un prodotto tendiamo a valutare l’articolo da comprare secondo due fattori: il prezzo a la qualità. Eppure ci dimentichiamo di fare la scelta anche in base ad un terzo elemento, forse quello più importante: l’impatto ecologico che ha. Basterebbe così poco, sarebbe così facile se solo ci fermassimo a riflettere…invece l’essere umano ha un problema con ciò che non vede, ha cioè difficoltà nel percepire i lenti ma sostanziosi mutamenti dell’intero pianeta, che sono le conseguenze della nostra disinformazione e del nostro disinteresse. La mancanza di informazione e le scarse campagne di sensibilizzazione sono ciò che non permettono di arrivare alla vera consapevolezza: noi siamo i fattori di cambiamento del pianeta terra. Prima lo capiremo, meglio sarà. Per tutti. “Ma che cosa posso fare io da solo/a?” . La risposta è sempre tanto. Per questo si può parlare di effetto farfalla: ogni piccola azione quotidiana può portare grandi cambiamenti a lungo termine. Questo ci fa intuire l’enorme potenza e responsabilità che ogni individuo ha nei confronti del pianeta terra. Per giungere ad un consumo consapevole, secondo la teoria di Goleman, sono 3 i principi elencati nel suo libro “intelligenza ecologica – la salvezza del pianeta comincia dalla nostra mente”: conosci i tuoi impatti, favorisci i miglioramenti e condividi ciò che hai appreso. L’intelligenza ecologica è dunque una filosofia di vita da adottare il prima possibile. Tutti insieme. Lo psicologo infatti insiste sull’ultima regola perché coltivando l’empatia, il coinvolgimento e la consapevolezza si può costruire uno stile di vita volto all’ecologia. D’altra parte, il ruolo delle emozioni è sempre di vitale importanza.
Iniziare a cambiare delle abitudini non è mai facile e può far paura ma è necessario per poter salvare il mondo: eliminare la plastica, ridurre l’uso di oggetti monouso, comprare carta riciclata e scegliere alcune alternative ecologiche alla pellicola in PVC come ad esempio gli involucri in cera d’api o in cotone biologico. E ancora, scegliendo shampoo solidi, detersivi ecologici, saponette, borracce, cosmetici eco-compatibili, ecc. Inoltre, ridurre il consumo di alimenti di origine animale è fondamentale: evitare soprattutto manzo e agnello che inquinano maggiormente. Infatti, secondo la FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura), a livello globale, gli allevamenti sono responsabili di 135 milioni di tonnellate di azoto e 58 milioni di tonnellate di fosforo depositate nell’ambiente ogni anno. Infine, scegliere la bici invece dell’auto per fare brevi tratti…ritrovando così il contatto con la natura, che può aiutare a vivere una vita piena di energia e benessere sia fisico sia mentale non dimenticando che la natura sana è la linfa vitale della stessa vita umana.
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