Le microplastiche hanno dimensioni da 0,0001 a 5 millimetri. Sono ovunque e, di conseguenza, ne mangiamo ed assorbiamo in vario modo tutti i giorni. Le microplastiche si sono rilevate nelle acque dei mari, oceani, fiumi e laghi, nelle falde acquifere e quindi nell’acqua che utilizziamo per cucinare, ma anche quella che costituisce la neve, in organismi come crostacei/molluschi e pesci e nel sale da cucina.
Proprio relativamente a questo, un chilogrammo di sale da cucina potrebbe contenere fino a 600 particelle. Considerando una dose giornaliera di sale di 5 grammi (quello raccomandato dall’OMS) significa circa 3 particelle di microplastiche al giorno (e anche di più, dato che molte persone assumono quotidianamente fino a 3 volte il quantitativo di sale, rispetto alla dose consigliata).
Anche i tappi delle bottiglie di plastica rilasciano microplastiche, così da inquinare le bevande e bibite gasate, i succhi di frutta e la stessa acqua in bottiglia!
Interessante è un recente studio dell’Università di Catania che, per la prima volta al mondo, ha rilevato concentrazioni di microplastiche anche in molti vegetali, tra cui mele, pere, patate, carote, lattuga e broccoli. Praticamente accade che le microplastiche, una volta degradate dal terreno, siano assorbite dagli ortaggi, e quindi assunte dalle persone.
E pure nel miele… Un recente studio pubblicato su Science of the Total Environment, ha rilevato che una particella su sei tra quelle presenti nel corpo di un’ape, è una microplastica! Proviamo quindi a pensare al miele, ad una sostanza finora considerata come “NATURALE”.
Un alto livello di attenzione dovrebbe essere posto anche ai contenitori dove si conservano gli alimenti e ai biberon usati per dare il latte ai bambini, ricordando che soprattutto con il riscaldamento, possono rilasciare molte microplastiche nei cibi, così come accade durante l’infusione con acqua bollente, delle bustine in per il tè e tisane.
Sicuramente, le interazioni tra microplastiche e corpo umano non sono ancora state ben definite; ad oggi comunque, si pensa che le particelle più piccole, il nostro organismo non riesca a eliminarle e quindi che si accumulino, nei linfonodi e poi quindi organi quali i reni, l’intestino, il cervello, il fegato, o il passaggio anche attraverso la placenta.
Detto ciò, la nostra unica possibilità rimane nella nostra COSCIENZIOSA scelta sia nella qualità alimentare, sia nel packaging degli alimenti, sia nei metodi di conservazione e cottura degli alimenti.
SALVAGUARDIAMO L’AMBIENTE, PER GUADAGNARE IN SALUTE!
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