La rivoluzione Green di Amazon
Come molte altre multinazionali, anche Amazon considera il cambiamento climatico un problema urgente; proteggere l’ambiente e le comunità in cui le sue filiali lavorano è quindi diventata per la compagnia di Jeff Bezos una priorità. Per questo motivo, Amazon ha da tempo avviato una serie di azioni volte non solo ad aiutare i propri clienti a fare acquisti in modo più sostenibile, ma anche a rispettare l’impegno di ridurre del 50% le emissioni di carbonio entro il 2030 e di azzerarle completamente non oltre il 2040.
Acquistare in modo sostenibile
Negli ultimi anni Amazon ha avviato una serie di iniziative e programmi che, a modo loro, contribuiranno a raggiungere gli obiettivi di riduzione ed eliminazione delle emissioni prefissati.
Tra questi, possiamo ricordare il recente Climate Pledge Friendly, con il quale l’azienda offre ai propri clienti un modo per facilitare la scoperta e l’acquisto di prodotti più sostenibili, grazie a una serie di certificazioni a garanzia del loro basso impatto ambientale; nello specifico, vi sono:
– Certificazione Compact by Design, etichetta creata da Amazon stessa;
– Prodotto Carbon Neutral di Natural Capital Partners;
– Certificazione Carbon Neutral di SCS Global Services;
– Certificazione Climate Neutral di Climate Partner;
– Certificazione Carbon Neutral di Carbon Trust.
Un altro modo di fare acquisti in maniera più sostenibile è tramite il programma Amazon Renewed, dedicato alla vendita di prodotti ricondizionati, con lo scopo di ridurre i rifiuti elettronici e quindi gli sprechi.
Lavorare utilizzando energia pulita
Amazon è tra le aziende fondatrici e firmatarie del Climate Pledge, manifesto attraverso il quale i partecipanti si impegnano a porre in essere azioni volte ad eliminare totalmente le emissioni, adottare misure compensative credibili, oltre a produrre report periodici che mostrino in maniera trasparente i risultati conseguiti di anno in anno: tutto questo allo scopo di costruire un mondo migliore. Dato l’impegno in prima linea portato avanti in questo progetto, Amazon non solo continua ad aumentare le quantità di energia rinnovabile acquistata, ma ha anche iniziato a costruire nuovi parchi eolici e solari, fonte di energia pulita.
L’azienda di Bezos sta anche lavorando per ridurre l’impronta di carbonio dei propri dispositivi, a partire da Echo e Fire TV; questi hanno già visto migliorare i sistemi di intelligenza artificiale integrati secondo un’ottica di costante ricerca del risparmio energetico: sono in grado di mostrare i consumi energetici di ciascun apparecchio intelligente collegato, oltre ad aiutare i loro proprietari a risparmiare energia (ad esempio decidendo autonomamente di spegnere una luce dimenticata accesa). Tutte queste funzioni sono attivabili, per ora esclusivamente negli Stati Uniti, attraverso un semplice comando vocale che potremmo tradurre con “Alexa, diventiamo sostenibili!“.
Consegne sostenibili ovunque
Ciascun prodotto venduto su Amazon (ovviamente a eccezione di quelli digitali) deve essere consegnato al proprio acquirente, con una mole di spostamenti tra hub di spedizione e punti di consegna difficile da quantificare; essendo proprio i trasporti una delle cause principali di inquinamento, Amazon ha deciso di trasformare la propria rete di spedizione inventando nuove soluzioni di elettrificazione e utilizzando metodi di consegna. Oltre ad aver annunciato l’acquisto di più di 100.000 veicoli elettrici personalizzati per le consegne, in alcune grandi città sono già state implementate biciclette elettriche da carico, ciascuna delle quali può trasportare ben 45 pacchi.
Spacchetta e ricicla!
Altro grande sforzo di Amazon ha riguardato la riduzione dei rifiuti da imballaggio e l’aumento della riciclabilità; per farlo, la multinazionale ha da una parte reso i propri pacchi riciclabili al 100% (imballaggio compreso), dall’altra ha inventato ex novo una serie di algoritmi di apprendimento automatico capaci di suggerire l’imballaggio migliore per ciascun ordine, utilizzando il minor materiale possibile pur mantenendo la protezione degli oggetti spediti. Inoltre, pacchi più piccoli e leggeri significano più ordini all’interno dei mezzi di trasporto, con una serie di effetti a catena benefici: meno pacchi significa più spazio, più spazio permette di trasportare più pacchi, più pacchi comportano la riduzione del numero di viaggi e la quantità di carburante consumato, e meno carburante vuol dire meno emissioni nocive.
Un dato per dare l’idea del cambiamento: solo nel 2020, anno della pandemia, Amazon ha eliminato oltre 27 milioni di sacchetti di plastica dalla confezione dei propri dispositivi.
Infine, il riciclo passa anche attraverso i prodotti: Amazon fornisce ai propri clienti una serie opzioni volte a riutilizzare, riparare e riciclare i loro prodotti, reindirizzando nel ciclo dell’economia circolare materiale che, altrimenti, sarebbe finito in discarica.
Amazon ce la farà?
A giugno 2020, nel suo ultimo report sul proprio Carbon Footprint, Amazon dichiarava un aumento nella sua impronta di carbonio del 19% YoY tra il 2018 e il 2020, passando da 44,40 milioni di tonnellate di CO2 equivalente emesse a 60,40; e, date le ulteriori chiusure dei primi mesi del 2021, questa crescita non sarà altro che confermata.
Insomma, sembra che al di là degli impegni presi e degli investimenti fatti per raggiungerli, Amazon sia ancora lontana da raggiungere l’obiettivo di zero emissioni del 2040; a questo punto, quindi, sorge spontanea una domanda: può davvero il modello di business di questo gigante dell’e-commerce (e dei suoi pari) diventare sostenibile?
Intanto, anche in questo momento, migliaia di navi, aerei e camion inquinanti si stanno muovendo per consegnare degli ordini. Il 2040 non è poi così lontano: il tempo stringe, non ci resta che osservare.
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