Eventi climatici senza precedenti
Mentre Paesi come Germania e Cina vengono colpite da maltempo e precipitazioni senza precedenti, un’ondata di caldo storica continua a imperversare negli Stati Uniti occidentali: a giugno nella megalopoli di Miami, l’indice di calore (definito in base alla temperatura e all’umidità presenti) è stato più alto rispetto a qualsiasi altro mese dall’agosto 2015. Sempre nel Nuovo Mondo, secondo uno studio dell’Università di Washington, il caldo estremo ha contribuito alla morte di circa 12 mila persone ogni anno tra il 2010 e il 2020, più di qualsiasi altro evento meteorologico estremo. Entro il 2100, il bilancio annuale potrebbe addirittura raggiungere i 97 mila.
La figura del Chief Heat Officer
In questa situazione che, fino a qualche tempo fa, avremmo potuto definire apocalittica, si sta diffondendo una nuova figura professionale: quella del CHO, il Chief Heat Officer, che in italiano si potrebbe tradurre come “responsabile delle ondate di calore”; prima persona al mondo ad essere investita di tale incarico è stata Jane Gilbert, già Chief Resilience Officer per la città di Miami e per oltre 30 anni alla guida di organizzazioni e iniziative nel privato, pubblico e non profit, oltre che settori come la gestione del rischio ambientale, l’imprenditoria sociale, l’istruzione e lo sviluppo della comunità.
Nel suo nuovo ruolo di CHO, la Gilbert sta già lavorando da consulente e acceleratore di partnership, iniziative e politiche che affrontino il problema del cambiamento climatico, grazie anche alla progettazione e all’implementazione di iniziative intersettoriali; il tutto con un approccio incentrato sull’uomo, realizzato in modo ecologicamente ed economicamente sostenibile.
La prima CHO Europea
In Europa, la prima e unica città a contare un CHO è Atene, dove il sindaco Kostas Bakoyannis ha affidato l’incarico a Eleni Myrivili, una docente dell’Università dell’Egeo che dal 2014 si occupa di sostenibilità e ambiente per conto dell’amministrazione cittadina. Una scelta che deriva da un dato di fatto sia sociale che economico: da un lato, il cambiamento e le sempre più frequenti ondate di calore diventano un pericolo per Atene e per i residenti; dall’altro, le alte temperature sono un problema anche per i turisti e il turismo in generale, fondamentali per l’ economia dell’intero Paese.
Atene “raffreddata”
Il compito di Eleni Myrivili sarà quello di trovare modi efficaci per risolvere il problema del riscaldamento nella città di Atene, in particolare attraverso una serie di soluzioni: tra queste vi sono ad esempio la creazione di spazi verdi e ombrosi, la riprogettazione di strade ed edifici selezionando i materiali da costruzione in base alla loro capacità isolante e lo sfruttamento del potere rinfrescante dell’acqua. A queste azioni e modifiche attive si accompagneranno inoltre campagne per disincentivare l’uso dell’aria condizionata la quale, pur dando sollievo a chi può usufruirne, contribuisce al problema del riscaldamento globale.
Un futuro estremo
Secondo uno studio della Monash University e pubblicato dalla rivista Lancet Planetary Health, ogni anno nel mondo 5 milioni di persone perdono la vita a causa di temperature anormale, sia elevate che basse; gli effetti maggiori si registrano in Asia, ma anche l’Europa è colpita in modo significativo.
Rimanendo sul tema calore, le sempre più alte temperature estive stanno diventando un problema che non risparmia alcuna fascia d’età, nemmeno quelle più giovani.
Insomma, il tema della sostenibilità e della ricerca di soluzioni utili passa anche per le città, dove il ruolo di Chief Heat Officer diventerà non solo sempre più diffuso, ma fondamentale nella trasformazione delle città stess; e, come dice Anne Hidalgo, sindaco di Parigi:
Questa sarà la nuova normalità e le città di tutto il mondo devono prenderne atto e prepararsi
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