Il decennio più caldo di sempre
21 giugno: solstizio d’estate, giorno con il massimo numero di ore di luce dell’anno.
In questo giorno l’Organizzazione Meteorologica Mondiale (OMM, in inglese WMO) ha lanciato l’hashtag #ShowYourStripes, una campagna per sensibilizzare le persone di tutto il mondo sull’entità del cambiamento climatico e sulla gravità della situazione nella quale ci troviamo.
Prima di spiegare in cosa consiste questa iniziativa, partiamo da un dato fondamentale: le temperature globali sono aumentate di più di 1.2°C a partire dal 1850; un incremento che a prima vista sembrerebbe minimo, ma che al contrario sta causando eventi climatici sempre più estremi e, in alcuni casi, distruttivi. In più, è ormai assodato che l’ultimo decennio è il più caldo di sempre, con il 2016 sul podio come anno più caldo dal 1880.
Il clima globale, dal blu al rosso
La campagna Show Your Stripes si ispira alle modalità di visualizzazione dei dati sul clima proposta da Ed Hawkins, scienziato del clima presso l’Università di Reading (UK).
Nel sito showyourstripes.info, realizzato dall’università inglese con la supervisione di Hawkins, vengono mostrate delle grafiche definite “warming stripes” (che potremmo tradurre letteralmente come “bande del riscaldamento”): delle rappresentazioni visive a forma di barre verticali che, una a fianco dell’altra, danno un’idea delle variazioni di temperatura in ciascun paese negli ultimi 100 anni.
Ogni striscia dell’immagine, i cui colori si muovono nel range di +/- 2,6 deviazioni standard del blu (temperature più fredde) e del rosso (temperature più calde), rappresenta la temperatura media di quel paese in un determinato anno.
L’iniziativa Show Your Stripes
Il sito creato dall’Università di Reading è diventato il punto di partenza per l’evento lanciato dall’Organizzazione Meteorologica Mondiale, in collaborazione con Climate Central, un’organizzazione indipendente composta da scienziati e giornalisti esperti dei temi relativi al cambiamento climato.
L’OMM, tramite un Tweet e una serie di articoli sul proprio sito, ha invitato la popolazione mondiale ad andare nel portale inglese, cercare il proprio paese e condividerne l’immagine a strisce nei social network. Lo scopo dell’iniziativa è stato quello di sensibilizzare il pubblico, utilizzando un tool che prevede un’azione di ricerca e interazione da parte dell’utente e che, visivamente, mostra in modo diretto il cambiamento delle temperature mondiali nel corso del tempo.
E l’Italia? E il mondo?
A questo punto, dunque, sorge spontanea una domanda: come sta l’Italia?
Come era prevedibile, anche il nostro bel Paese non se la passa bene; anzi, possiamo notare la presenza del “profondo rosso” negli anni successivi al 2010, per l’Italia i più caldi di sempre.
Navigando poi tra le tante rappresentazioni cromatiche di ogni altro paese e regione del mondo, è evidente come le strisce passino dall’essere prevalentemente blu all’essere quasi esclusivamente rosse negli anni più recenti, illustrando e confermando visivamente il costante aumento delle temperature medie in ciascun luogo.
Uno degli esempi che più di tutti sottolineano la gravità del problema è quello dell’Oceano Artico: questo si sta riscaldando più del doppio della media globale, tanto da aver “rotto la scala cromatica“, ha commentato Hawkins.
Non è mai troppo tardi
Oltre a essere il titolo di un bellissimo film, quella del “non è mai troppo tardi” è una filosofia che bisognerebbe sempre tenere a mente. Il Climate Clock, l’orologio che sta continuando a scandire i secondi che ci separano da un punto di non ritorno, ci sta dicendo che il momento in cui non potremo più risolvere i problemi ambientali e climatici da noi stessi creati è sempre più vicino.
Quello del riscaldamento globale è uno dei problemi più gravi del nostro secolo, nonché causa di una catena di altri eventi dagli effetti disastrosi; e se non vogliamo che l’oscura linea rossa che di anno in anno si ispessisce arrivi a livelli critici, dobbiamo agire come persone, come governi e, soprattutto, come popolazione mondiale, al fine di riportare il mondo in salute e il termometro ai livelli pre-industriali.
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