In quanto fiero possessore di una Golf IV del 2003 posso dire con fierezza (e con totale obiettività) che questa è stata la macchina perfetta.
Quest’auto è stata creata per resistere fino alla fine del mondo.
Estetica senza tempo.
Motore e meccanica impeccabili.
Parte elettrica ben curata in modo che non ci siano rotture o stop improvvisi senza alcun reale motivo.
Il meglio del meglio nella scelta dei materiali e nella progettazione degli spazi, compresa l’allocazione del motore e di tutti i pezzi, così da rendere più agevole ogni riparazione.
Ha tutto quello che può servire: aria condizionata, radio, servosterzo, luci dove necessarie. Niente di meno, ma nemmeno niente di più, perché è quello che hanno cominciato a fare dopo che è stata la rovina.
Una macchina del genere costa, esattamente come scegliere di comprare un mobile dal falegname invece che all’Ikea. E allora che si fa per catturare più gente, tenere bassi i prezzi e marginare in tutti i modi possibili?
Inizi a creare auto a cui aggiungi tante lucine colorate, un sensore di qua, uno di là, il touch screen, l’assistenza al parcheggio, alla guida, alla retromarcia. Elettronica come se piovesse per dare cose che in verità non servono davvero, ma che fanno fare una figurona con gli amici. Nel frattempo però risparmi sui materiali, sulla progettazione e ovunque puoi. Così da un giorno all’altro si spegne la macchina in autostrada per una spia accesa senza motivo.
La Golf IV ha invece tutto quello che può servirti per guidare bene, stare comodi al suo interno e nulla di più.
Se non c’è, non si rompe: è una delle leggi fondamentali della vita.
Ora, a causa di leggi sempre più stringenti sulle emissioni sono costretto a cambiare auto, ma so già che la macchina che prenderò non sarà mai al livello di quella attuale. Non durerà mai per vent’anni come nuova. I suoi materiali non saranno mai così resistenti al tempo o così ben utilizzati, anche esteticamente.
Perché, e qui esce il vecchio che è in me, ora le cose sono fatte per finire, non per durare. Una volta (e con la Golf IV eravamo in parte ancora in quell’epoca), si tentava di fare le cose al meglio possibile, per avere il miglior prodotto possibile, con l’idea che se non fosse durato per sempre ci avrebbe almeno provato.
E questa cosa che invece adesso, con tutta la tecnologia e le conoscenze che abbiamo, potrebbero, se volessero, creare oggetti che durano, ma non lo fanno e ci inseriscono una data di scadenza, mi fa andare fuori dai gangheri.
Quando si parla di affronti all’ambiente mi arrabbio facilmente. I rifiuti nei fossi, i mozziconi di sigaretta, lo spreco di acqua per l’irrigazione dei giardini o per lavare l’auto ogni settimana: queste sono alcune delle cose che mi danno più fastidio.
L’obsolescenza programmata però mi fa andare il sangue alla testa.
Se non ne hai mai sentito parlare te la spiego in soldoni. È quando i produttori di una cosa qualsiasi, dal tuo smartphone alla tua auto (vedi sopra), dal tuo laptop al frigo della tua cucina, la creano con una precisa data di scadenza inclusa.
Faccio un paio di esempi chiarificatori.
Tratti benissimo il tuo smartphone, non ci installi app inutili, lo carichi solo quando serve, non lo fai mai cadere, eppure chissà perché non riesce a durare più di un tot di anni. Scarichi tutti gli aggiornamenti, perché dicono sia necessario per la sicurezza del telefono e dei tuoi dati, ma un giorno, dopo aver fatto il download dell’ultimo, il tuo device inizia a rallentare, a funzionare peggio, e ad un certo punto ti saluta.
Tratti benissimo il tuo laptop, non ci installi programmi inutili, lo carichi solo quando serve, non lo fai mai cadere, lo proteggi con il migliore antivirus, eppure ad un certo punto inizia a funzionare male, ad inchiodarsi, e dopo un po’ è inutilizzabile.
Mai successo niente del genere?
Non conviene a nessuno creare qualcosa che ti duri per sempre, o comunque per un bel po’ di anni. Chi è che fa girare l’economia, sennò? È per il tuo bene, se ci pensi. Magari potresti decidere che puoi fare anche a meno dell’ultimo modello di smartphone con 7 fotocamere integrate, connessione 8G, e processore direttamente dalla NASA. Potresti decidere che la tua vita va benissimo lo stesso anche senza essere sempre sul pezzo, che non è quello che ti regala la felicità.
Invece per fortuna ci sono io, produttore senza scrupoli, che so cos’è meglio per te e ti obbligo a doverlo cambiare.
No, non è paranoia anticapitalista: è scienza. Prova a googlare il termine e vedrai. Intanto ti passo un link affidabile per farti un’idea: la Treccani.
Ma perché succede tutto questo? Perché siamo in una società che ormai, e qua cado nel retorico, premia l’usa e getta in qualsiasi cosa, dagli oggetti alle persone e alle relazioni. Premia la velocità e la quantità a scapito della qualità.
E perché noi consumatori glielo lasciamo fare.
È qui che entra in gioco la nostra famosa libera scelta, che idealmente dovrebbe essere messa in atto ogni volta che tiriamo fuori il portafoglio.
Lasciamo su quello scaffale la porcheria e prendiamo solo cose di qualità, sempre.
Acquistiamo capi che siano ben fatti e belli, che ci durino almeno dieci anni, non due. Tutti i prodotti elettronici di scarso valore, lasciamoli in negozio. Ma lasciamo in negozio anche quelli dal costo esagerato, che non hanno senso di avere un simile prezzo. Non facciamoci rincretinire dai finti bisogni che ci vengono appioppati dall’alto.
Abbiamo davvero bisogno di uno smartphone che costa come un mese di lavoro? O di quei nuovi stracci fabbricati in un capannone in Bangladesh con cotone di scarsa qualità e da persone che vivono e lavorano come schiavi? O di quel pollo che costa 5 euro già cucinato e preparato? Da dove pensi che arrivi? Come pensi sia stato allevato?
Scegliamo ciò che ci fa bene, ciò che dura, ciò che non andrà ad insozzare ancora di più questa nostra Terra. Diamo un segnale alle aziende di cosa vogliamo, e scegliamo di volere meno spazzatura, ma più qualità e sostenibilità.
Compriamo meno, e compriamo meglio.
Come sempre, si ritorna alle basi: è con le scelte consapevoli che cambi il mondo, non con le chiacchiere da bar.
Scegliamo bene.
bravo