Ogni anno il nostro Pianeta offre in dono a ciascun Paese una scorta di risorse naturali che devono bastargli per un arco di durata di 12 mesi.
Tuttavia, ci sono zone più industrializzate la cui forza motrice è l’economia consumistica: di conseguenza, per alimentare il loro motore e mantenere costante l’incalzante ritmo del loro sistema produttivo, esauriscono la loro “fetta” di risorse più velocemente del previsto. A volte davvero troppo velocemente, risultando in estremo anticipo rispetto alla scadenza comune prevista, vale a dire il 31 dicembre.
Il momento preciso in cui un Paese termina le sue risorse viene chiamato “Overshoot Day” o “Giorno del Sovrasfruttamento”.
Per l’Italia l’Overshoot Day è già giunto quest’anno: il Global Footprint Network ha infatti annunciato che dallo scorso 13 maggio il Bel Paese è ufficialmente entrato in debito con la Terra, condizione che persisterà fino al termine del 2021.
Ciò significa che per i prossimi sette mesi gli italiani consumeranno le risorse naturali che dovrebbero, invece, spettare alle generazioni future.
Cos’è e come si calcola l’Overshoot Day.
Il “Giorno del Sovrasfruttamento” è l’indice dell’esaurimento delle risorse che la Terra riesce a generare in un anno; in altre parole, è il rilevatore della pressione che esercitiamo annualmente sul Pianeta.
L’Overshoot Day viene calcolato per i singoli Paesi, e successivamente viene determinata una media tra loro per giungere ad un approssimativo “Giorno del Sovrasfruttamento” globale, che quest’anno verrà annunciato in data 5 giugno.
Il calcolo dell’Overshoot day si basa sul rapporto tra due elementi:
- l’impronta ecologica dei suoi abitanti, ovvero il consumo umano di risorse naturali rispetto alla capacità della Terra di rigenerarle;
- la biocapacità globale, ovvero la capacità del Pianeta di rigenerare risorse naturali per ogni suo abitante.
Come ben noto, in ogni foglio di bilancio economico si verifica un disavanzo (deficit) nel momento in cui le entrate sono minori rispetto alle uscite (o “spese”); lo stesso meccanismo vale per il bilancio ecologico: similmente, infatti, se nel bilancio ecologico l’impronta ecologica per abitante (“spese”) supera la biocapacità per abitante (entrate), ne segue un deficit ecologico, ossia uno scompenso di biodiversità. Quando tale sproporzione si verifica all’interno di un Paese, quest’ultimo può già prepararsi a celebrare il suo Overshoot Day.
Ciononostante è bene ricordare che fortunatamente ci sono luoghi sulla Terra, precisamente i meno sviluppati dal punto di vista socio-economico, che non presentano tale squilibrio tra impronta ecologica e biocapacità globale, e perciò che riescono a gestire efficacemente le risorse naturali che la Terra riserva loro.
Un nuovo tipo di povertà: la povertà ecologica.
Nel momento in cui un Paese termina la sua “fetta” di risorse naturali e non ne possiede “di riserva” sul proprio territorio, una possibile alternativa potrebbe essere quella di acquistarle altrove. Tuttavia, se nemmeno l’investimento finanziario in risorse è attuabile per il Paese in questione, allora quest’ultimo entra nella cosiddetta “trappola della povertà ecologica” (Paesi poveri di risorse naturali), che ad oggi interessa circa 5,4 miliardi di persone, ovverosia il 72% della popolazione mondiale.
L’Italia è ad oggi un Paese ecologicamente povero, in debito con la Terra e costretto ad attingere da risorse extra. Il consumismo sfrenato ed incosciente degli abitanti dello Stivale, testimoniato dal largo anticipo dell’Overshoot Day rispetto alla media mondiale, sta pesantemente contribuendo all’esaurimento progressivo delle risorse naturali della Terra.
È stato recentemente stimato che se tutti i cittadini del mondo vivessero consumando la stessa percentuale di risorse naturali impiegata dai cittadini italiani, servirebbero 3 Terre l’anno. Nel caso, invece, in cui tutti emulassimo lo stile di vita statunitense, per esempio, necessiteremo di 5 Terre l’anno per soddisfare la necessità globale di risorse naturali. I numeri parlano da sé e ci stanno comunicando l’incapacità degli ecosistemi di far fronte alle nostre richieste e rigenerare le risorse che chiediamo per vivere.
L’arrivo in largo anticipo dell’Overshoot day italiano è un dato allarmante, di fronte al quale ciascuno di noi dovrebbe soffermarsi e riflettere. Lo Stivale ha già esaurito il budget di risorse naturali a sua disposizione e, non potendo vivere senza risorse, ruberà quelle destinate dalla Terra alle generazioni future.
E come l’Italia, molti altri Paesi stanno dissipando le risorse naturali. Con cosa vivranno i nostri successori?
Il Paese sempre in ritardo
Uno degli stereotipi più comuni sugli abitanti del Bel Paese è l’essere dei ritardatari cronici. Gli italiani sono conosciuti in tutto il mondo per non rispettare mai gli orari e per rimandare ad oltranza le scadenze.
A nessuno piace chi si fa attendere troppo; a nessuno fuorché alla Terra. La Terra ama chi proroga di mesi e mesi l’Overshoot Day.
Quindi per il prossimo anno assicuriamoci di rimandare all’infinito l’appuntamento con il Giorno del Sovrasfruttamento o, ancora meglio, non presentiamoci: il Pianeta sarà sicuramente felice di non vederci per quel giorno!
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