La sfida di Lisbona per migliorare la vita dei suoi cittadini e risparmiare risorse, all’insegna di un’energia pulita e una mobilità sostenibile.
Lisbona, eletta capitale green d’Europa per l’anno 2020, si è fatta promotrice e continua a farlo di una rivoluzione all’insegna dell’ecosostenibilità; in particolare la lotta all’inquinamento da plastiche e la riduzione dell’emissioni di CO2, sono state e continuano a essere due delle priorità delle istituzioni della capitale portoghese.
In linea con il perseguimento del secondo obiettivo, ha agito la società del trasporto pubblico di Lisbona, Carris, in collaborazione con Prio, uno dei principali produttori operanti nel settore dei carburanti e biocarburanti nel paese, con l’iniziativa, Movido a Biodiesel.
In Portogallo, la mobilità rappresenta il 25% delle emissioni totali di gas serra (GHG); ciò significa che ogni spostamento, oltre a comportare un accumulo di chilometri, comporta anche il rilascio di quantità ingenti di CO2 nell’atmosfera.
Carris e Prio hanno contribuito a cambiare questa realtà, trasformando gli autobus diesel Carris in mezzi di trasporto al 100% rinnovabili e privi di combustibili fossili, bensì alimentati da biodiesel green, prodotto dal recupero di oli da cucina usati (OAU).
L’adozione di questa soluzione ha permesso la riduzione dell’emissione di gas serra dei combustibili fossili tradizionali dell’83%; non solo, così facendo si è riusciti a riciclare e valorizzare, al contempo, un residuo che non ha uso alternativo, evitando che la sua dispersione nelle acque avesse effetti devastanti. Un litro di OUA inquina 1 milione di litri di acqua, quindi un corretto instradamento di questi rifiuti evita che i corsi d’acqua vengono intaccati. Inoltre, per ogni tonnellata di olio esausto che non viene inviata in discarica si evita l’emissione di circa 14 tonnellate di gas serra (GHG).
Tutto questo è in linea con le direttive europee, le quali hanno stabilito il bisogno di un aumento obbligatorio dell’uso di biocarburanti dal 7% al 10%.
Gli obiettivi perseguiti e da continuare a perseguire con tale iniziativa sono principalmente:
- 1. la promozione di una mobilità sostenibile nella capitale e nel resto del paese;
- 2. il rafforzamento della sostenibilità del trasporto pubblico, senza la necessità di investimenti in nuovi autobus; infatti, Carris è stata in grado di sostituire, immediatamente, l’uso di combustibili fossili senza costi di capitale aggiuntivi, poiché gli autobus sono gli stessi e non hanno avuto bisogno di adattamenti;
- 3. la diffusione della pratica di riciclo degli oli da cucina esausti.
Nel dicembre 2019, Carris e Prio hanno lanciato a Lisbona la prima linea di autobus, alimentata a biocarburante (PRIO B100), prodotto nello stabilimento Prio, nel porto di Aveiro, e già precedentemente utilizzato da sei autobus della linea 702 che collega Serafina e Marquês de Pombal.
L’olio da cucina esausto arriva dalla raccolta effettuata da Prio, attraverso l’impiego di 600 contenitori per il riciclaggio presenti su tutto il territorio portoghese, ma anche da altri paesi in Europa e all’estero, con l’intento di continuare a far crescere il loro bacino di punti di raccolta. Una volta recuperato, questo rifiuto viene trasportato fino allo stabilimento nel porto di Aveiro, nel centro-nord del Portogallo, dove ogni anno ne vengono processati oltre 80.000.000 litri.
Da 1000 lt di OAU si ricavano circa 950 lt di biodiesel.
I dati aggiornati al 2021 stabiliscono che finora sono stati percorsi 340000 km con biodiesel di alta qualità; 500 tonnellate di CO2 sono state evitate; 220500 lt di OAU riciclati e 2000000 di passeggeri trasportati.
L’iniziativa portata avanti nella capitale portoghese è solo un’ulteriore conferma dell’approccio circolare in ambito degli oli esausti, e non solo; tale approccio ecologico sembra essere perfettamente in linea con gli obiettivi del secondo gruppo dell’Agenda 2030, riguardanti la promozione di attività di sviluppo sostenibile, tese a limitare l’emissione di gas inquinanti nell’aria.
Vecchi autobus che funzionavano come bombe tossiche, rilasciando nell’aria dense coltri nere, sono stati convertiti in mezzi di trasporto sostenibili con rifiuti ritenuti tossici per le acque globali. L’auspicio è che la situazione portoghese possa fungere da modello per il resto d’Europa e del mondo; in primis, attraverso una campagna di educazione ambientale, con cui i cittadini e i produttori possano essere informati dei rischi causati dalla cattiva gestione e i vantaggi derivati dall’avvio a recupero di questo rifiuto. Sensibilizzare al tema e, in seguito, educare gli attori sociali a pratiche di consumo e produzione responsabile sono due azioni fondamentali per la svolta che si vuole perseguire entro il 2030. Quello che si spera è che sia fatta al più presto un’inversione di marcia da un’economia lineare a un’economia circolare, che prevede il riutilizzo dei rifiuti di oggi come risorsa del domani, e a una green economy per un futuro sostenibile.
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