L’inquinamento luminoso, ossia l’illuminazione artificiale eccessiva e invasiva dell’ambiente esterno, è una delle forme di inquinamento più sottovalutate. L’alterazione della condizione naturale del cielo notturno può alterare gli ecosistemi sia animali che vegetali. Da ogni parte del nostro pianeta è difficile osservare il cielo stellato nella sua totalità e nella sua straordinaria bellezza perché deturpato da tutte le fonti di luce artificiale. I paesi che ne soffrono maggiormente sono quelli più ricchi e industrializzati. Tra i paesi più colpiti possiamo trovare: Singapore, Kuwait, Qatar, Emirati Arabi Uniti, Corea del Sud, ma anche l’Europa e gli Stati Uniti. La causa principale dell’inquinamento luminoso la si può attribuire alle emissioni di impianti di illuminazione esterna che emettono una quantità di luce maggiore di quella che è realmente necessaria e funzionale, la quale viene dispersa in molte altre direzioni.
E la nostra salute?
La salute di ciascun essere vivente è influenzata anche da questa tipologia di inquinamento, sebbene gli effetti negativi siano meno visibili e immediati. Il nostro bioritmo è programmato per alternarsi tra il giorno e la notte. Questa alternanza, detta ritmo circadiano, permette al nostro organismo di adattarsi in base alle condizioni di luce e di buio. Se alterato, quindi, potrebbe portare all’insorgenza di alcune problematiche relative alla salute, come: obesità, depressione, tumori ecc. La luce artificiale che interferisce in quantità maggiore è quella a led, perché utilizza una luce con un’elevata quantità di componente bianco-blu che è in grado di diffondersi più facilmente tra le molecole dell’atmosfera rispetto ad una luce con una componente predominante di giallo. L’inquinamento luminoso influenza anche la vita e la salute degli animali. Si è scoperto che i flussi migratori posso essere condizionati da questa tipologia di inquinamento, pure i rituali di accoppiamento, di caccia, e molti altri processi fondamentali per la vita degli animali stessi e delle piante.
Alcuni dati scientifici
Tra i paesi del G20, l’Italia risulta essere uno dei paesi con il territorio più inquinato dalla luce artificiale. Secondo un’analisi degli scienziati, circa l’83% della popolazione mondiale, che sale al 99% se si parla di Europa e Stati Uniti, vive sotto un cielo più luminoso del 10% rispetto a quanto dovrebbe essere naturalmente. La Via Lattea non è visibile da più di un terzo della popolazione mondiale, dal 60% degli europei e dall’80% dei nordamericani.
Secondo delle analisi di prossimità geografica, la popolazione dovrebbe percorrere distanze molto lunghe per raggiungere un sito di osservazione terrestre di una discreta qualità del cielo in cui si possono rilevare alcune caratteristiche del cielo notturno. Secondo Science Advances, i paesi meno colpiti dall’inquinamento luminoso sono la Groenlandia (solo lo 0,12% del suo territorio non ha cieli incontaminati), la Repubblica Centrafricana (0,29%), la Somalia (1,2%), la Mauritania (1,4%) e il Madagascar.
Riduzione dell’inquinamento luminoso
Alcune tecniche per la riduzione dell’inquinamento luminoso sono già state attuate da alcuni paesi e regioni come, la Lombardia e altre regioni italiane, la Slovenia, alcune regioni del Cile e delle Isole Canarie, ma il percorso di miglioramento è ancora lungo. Le tecniche adottate sono ad esempio: la schermatura completa delle luci (ossia, non consentire agli apparecchi di illuminazione di inviare direttamente luce sull’orizzonte e sopra l’area da illuminare) utilizzando la luce minima per l’attività, spegnere la luce quando l’area non è in uso, limitare la luce “blu” che interferisce con i ritmi circadiani, e attrezzare le strade con sensori in tempo reale del traffico favorendo così la diminuzione della luce nei momenti di traffico basso o assente.
L’inquinamento luminoso è purtroppo una tipologia di inquinamento ancora troppo sottovalutata, probabilmente perché gli effetti negativi non sono immediati e quindi, si da la precedenza ad altre problematiche più imminenti. Invece, è importante riuscire a sensibilizzare una quantità sempre maggiore di persone, al fine di risolvere totalmente o parzialmente questa problematica con delle azioni che al momento non risultano essere difficilmente realizzabili.
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