La geoingegneria climatica
Provare a negare o ignorare il fatto che il surriscaldamento globale costituisca una minaccia per l’intero pianeta è diventato ormai quasi impossibile. Si tratta semplicemente di scienza: i raggi solari raggiungono la Terra, che ne assorbe una parte (circa il 70%) per poi rilasciarla sotto forma di radiazioni infrarosse. I gas serra impediscono a queste radiazioni di disperdersi, provocando così un aumento della temperatura terrestre. Non è necessario il livello di progresso scientifico attuale per spiegare questo fenomeno, ma ancora si stenta a trovare una soluzione.
La disciplina scientifica che se ne sta occupando è la geoingegneria climatica, un insieme di tecnologie con l’obiettivo di prevenire le cause e contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici. La geoingegneria sta lavorando su varie soluzioni: enormi vele nello spazio che schermino la luce solare, nuvole artificiali, fertilizzazione degli oceani per velocizzare la crescita delle alghe. Tuttavia, solo una tra queste e altre alternative sembra fattibile, almeno in tempi brevi: l’aerosol stratosferico.
Dalla natura alla scienza
Il concetto di partenza è semplice: impedire che le radiazioni rimangano intrappolate. Per riuscirci, la scienza si è ispirata alla natura, in particolare all’eruzione del 1991 del Monte Pinatubo. Quest’ultima ha provocato l’emissione di particelle e gas, che hanno raggiunto la stratosfera e lì si sono fermate per un lungo periodo. Tra gli elementi emessi, di interesse è il diossido di zolfo, che ha prodotto una nube di acido solforico il quale, legandosi con l’acqua, ha costituito uno schermo alla luce solare. Nel corso dei tre anni in cui è durato l’effetto dell’eruzione, la quantità di raggi che hanno raggiunto la superficie terrestre si è ridotta dell’1% e la temperatura di 0,5°C.
È questo il fenomeno che la geoingegneria vuole imitare artificialmente, iniettando il diossido di zolfo direttamente nella stratosfera. Non sembra neppure tanto dispendioso: basterebbe che una volta all’anno una squadra di velivoli specializzati distribuisse questa sostanza a livello dell’equatore, e da lì essa si espanderebbe sull’intera superficie terrestre. Il costo sarebbe circa di $ 8 miliardi l’anno e, se davvero questa tecnologia riuscisse a ridurre la temperatura di mezzo grado ogni 12 mesi, farebbe risparmiare $18 mila miliardi entro il 2100. Allora perché questo piano non è già entrato in azione?
Side effects
Gli studi a riguardo hanno messo in luce alcuni notevoli effetti collaterali. Innanzitutto, questa soluzione potrebbe avere conseguenze imprevedibili sui fenomeni atmosferici, in particolare sulle piogge. Ciò potrebbe creare problemi all’agricoltura, provocando carestie diffuse. Inoltre, come è stato osservato in seguito all’eruzione del 1991, l’acido solforico è dannoso per l’ozono, il cui strato sarebbe quindi esposto al rischio di un’ulteriore riduzione. E, infine, c’è il fattore umano.
Una soluzione al riscaldamento globale, per quanto temporanea, potrebbe costituire la scusa per rallentare o abbandonare i programmi di riduzione delle emissioni. L’aerosol stratosferico, infatti, non può essere davvero definito una “soluzione” al problema: sarebbe piuttosto un espediente per farci guadagnare qualche decennio prima della catastrofe. Un tempo prezioso in cui si deve ultimare la transizione dai combustibili fossili a fonti di energia alternative. Se questa transizione non fosse compiuta in tempo, infatti, la geoingegneria non potrebbe più venire in nostro soccorso, anzi peggiorerebbe solo la situazione.
L’attuazione dell’aerosol senza una drastica riduzione delle emissioni provocherebbe dipendenza. Se la diffusione di diossido di zolfo dovesse arrestarsi, infatti, il ciclo naturale riprenderebbe e causerebbe un vero e proprio shock: il livello di surriscaldamento che si verifica oggi in 50 anni si realizzerebbe in un singolo decennio. Ecco perché la geoingegneria climatica potrebbe rappresentare la nostra salvezza tanto quanto determinare la nostra fine. Ancora una volta, dipende tutto da noi: vogliamo lasciarci sfuggire anche questa opportunità?
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