Anche quest’anno, nonostante il rallentamento dell’economia causato dall’epidemia di Covid-19, con i relativi effetti sulla riduzione dell’impronta ecologica, ad agosto abbiamo già consumato tutte le risorse ecologiche disponibili per il 2020.
Secondo i calcoli dell’organizzazione internazionale di ricerca Global Footprint Network, infatti, l’Earth Overshoot Day, ovvero il giorno di sovrasfruttamento della Terra, per il 2020 è stato il 22 agosto. Ciò significa che in circa otto mesi abbiamo esaurito il budget della biodisponibilità del pianeta fino alla fine dell’anno. Per i mesi rimanenti siamo in debito con la Terra ed utilizziamo più risorse di quelle che essa riesca a rigenerare, in una sorta di “deficit ecologico”. Per continuare a vivere, produrre e consumare secondo gli standard attuali avremmo quindi bisogno di circa 1.6 pianeti Terra.
Un passo avanti rispetto agli anni precedenti
Un piccolo passo avanti rispetto al 2019: l’Earth Overshoot Day dello scorso anno era stato registrato tre settimane prima, ovvero il 29 di luglio. Una riduzione del 9,3% dell’Impronta Ecologica Globale, dovuta soprattutto a mutamenti nelle emissioni di carbonio (-14,5% rispetto al 2019) e nel consumo di prodotti forestali (-8,4%). L’impatto del sistema alimentare globale è rimasto invece pressoché invariato, nonostante la pandemia abbia causato profondi disagi aumentando lo spreco di cibo e al tempo stesso la malnutrizione tra le popolazioni a più basso reddito.
Secondo il Global Footprint Network non dobbiamo comunque rallegrarci troppo per questo spostamento in avanti della data: in una nota dichiara infatti che è importante agire in sinergia ed unire le energie per uscire dallo schema economico attuale che si sta rivelando dannoso a livello ecologico. L’obiettivo è quello di spostare in avanti il più possibile la data dell’Earth Overshoot Day fino ad eliminarla completamente. Ma questo deve avvenire “by design, not by disaster”, ovvero grazie a progettazioni ed interventi mirati, con la collaborazione e il coinvolgimento di tutti i soggetti responsabili, cominciando dai governi ed arrivando ai singoli cittadini, e non a causa di una calamità naturale come la pandemia in corso, la quale ci ha costretti a rallentare.
Biocapacità ed impronta ecologica
L’Earth Overshoot Day segna la data in cui la domanda e l’utilizzo di risorse da parte dell’umanità in un determinato anno supera quello che la Terra è in grado di rigenerare. Per determinare questa data, il Global Footprint Network utilizza due indicatori, ovvero la biocapacità e l’impronta ecologica globale.
La biocapacità consiste nella superficie biologicamente produttiva e nella quantità di risorse ecologiche che la Terra è in grado di rigenerare, mentre l’impronta ecologica globale è un indice che stima la quantità di risorse che l’umanità utilizza per vivere, cioè misura la domanda di prodotti alimentari e fibre vegetali, bestiame e prodotti ittici, legname e altri prodotti forestali, così come lo spazio occupato dalle infrastrutture urbane e le emissioni prodotte.
Buona parte del lavoro per il raggiungimento di un equo utilizzo delle risorse spetta alle istituzioni; tuttavia anche noi singoli cittadini nel nostro piccolo possiamo fare una grande differenza attraverso le nostre scelte quotidiane. Possiamo, per esempio, diminuire la nostra impronta ecologica facendo attenzione all’alimentazione, ai mezzi di trasporto che scegliamo per spostarci, oppure migliorando l’efficienza energetica delle nostre abitazioni. Puoi calcolare anche tu la tua impronta ecologica sul sito footprintcalculator.org.
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