In un 2020 che ci ha abituati a notizie non particolarmente rassicuranti, dal Regno Unito arriva uno spiraglio di speranza. Secondo il report dell’istituto di ricerca britannico Ember, infatti, nella prima metà del 2020 in Europa l’energia generata da fonti rinnovabili ha superato quella originata da combustibili fossili. Questo traguardo è stato raggiunto in parte come conseguenza di un calo della domanda energetica dovuto all’epidemia di COVID-19. Al tempo stesso può essere considerato uno dei risultati visibili delle politiche energetiche europee correlate alla stipulazione del Green Deal, che punta al raggiungimento di un’Europa climaticamente neutra entro il 2050.
Per la prima volta più rinnovabili che fossili
Nella prima metà del 2020 in Europa l’energia prodotta da fonti rinnovabili, in particolare eolico, solare, idroelettrico e biomasse, ha superato quella originata dai combustibili fossili. Più nel dettaglio, nei 27 Paesi dell’Unione Europea il 40% dell’energia è stata prodotta grazie alle rinnovabili, contro il 34% assegnato ai combustibili fossili (il restante 26%, anche se non specificato nello studio, si riferisce evidentemente al nucleare).
Vento e sole la fanno da padroni, precipita il carbone
Nuove importanti installazioni di impianti di produzione di energia eolica e solare, così come condizioni climatiche favorevoli, con un inizio dell’anno mite e “ventoso”. Queste le motivazioni a cui i ricercatori di Ember attribuiscono la crescita dell’11% delle rinnovabili rispetto al 2019 nell’UE. Eolica e solare hanno raggiunto da sole il 21% della produzione totale di energia, con percentuali incoraggianti come il 64% della Danimarca e i risultati di Irlanda e Germania, rispettivamente 49% e 42%.
Nel frattempo, il maggiore spazio dedicato alle rinnovabili ruba la scena al carbone, il cui utilizzo è crollato mediamente del 32%, in particolare in Germania. Questo ha portato ad una riduzione delle emissioni di CO2 del 23% nella produzione energetica europea. Una diminuzione anche nell’utilizzo di gas, che ha visto Spagna e Italia come protagoniste (rispettivamente 20% e 16% in meno rispetto al 2019).
Risultati incoraggianti, ma resta ancora tanto da fare
Questi risultati sono frutto di una politica che punta già da tempo all’eliminazione del carbone dalle fonti di produzione energetica per rimpiazzarlo con fonti pulite, in particolare eolico e solare, e dare un taglio netto alle emissioni di CO2. Ma, anche se i risultati sono incoraggianti, la strada da percorrere per raggiungere la decarbonizzazione del settore energetico e l’impatto climatico zero è ancora lunga.
Dave Jones, analista e ricercatore Ember, ha infatti commentato a seguito della pubblicazione del rapporto annuale 2019: “l’Europa è all’avanguardia nel mondo per la rapida transizione della produzione di energia dal carbone al solare ed eolico; le emissioni di CO2 del settore energetico non sono mai diminuite così rapidamente. Tuttavia, il 30% di tutte le emissioni globali proviene ancora dal carbone – quindi è fondamentale che ci si concentri con urgenza sul suo superamento come fonte energetica in tutti i Paesi”.
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