A chi non piacerebbe fare qualcosa di buono per la propria città? E per la nostra casa? Chiariamoci, per “casa” intendo il nostro pianeta terra, ovviamente.
E se vi dicessi che è possibile fare entrambe le cose semplicemente piantando degli alberi? Un po’ banale come risposta, ma non tutti conoscono questa tecnica di riforestazione urbana chiamata metodo Miyawaki.
Essere dei cittadini attivi nella propria comunità è un bene per tutti e proporre il metodo Miyawaki è un bene anche per il pianeta, vi spiego il perché:
Questa tecnica prevede la coltivazione di un numero elevato di alberi in una porzione di terreno contenuta così da creare un piccolo ecosistema all’interno delle città.
L’idea è nata dal più famoso botanico giapponese, Akira Miyawaki, da cui prende nome il metodo.
Akira è un professore universitario nella Yokohama National University e direttore dell’IGES-JISE, centro studi internazionale di ecologia, che promuove la riforestazione locale utilizzando il PNV (potential natural vegetation), un concetto usato per investigare e valutare teoricamente la natura di un’area che è stata soggetta a modifiche per via dell’attività umana.
L’idea di creare una foresta piantando insieme diversi tipi di alberi nativi, è un metodo proficuo per contrastare l’inquinamento urbano ed assorbire le emissioni atmosferiche create dall’uomo, questo perché gli alberi, piantati densamente in un piccolo territorio, crescono 10 volte più velocemente e creano 100 volte più biodiversità, immagazzinando carbonio in maggiori quantità.
La densità è la chiave, con un’ampia varietà di specie autoctone necessarie per ricreare gli strati di una foresta naturale locale.
Il diserbo, e altri supporti umani per la crescita degli alberi, sono necessari solo per i primi tre anni dopo la semina; successivamente, la gestione delle foreste è lasciata alla natura.
L’Europa sta imparando a conoscere questa tecnica di riforestazione urbana: nei Paesi Bassi sono stati piantati 85 foreste Miyawaki e più di 40 in Belgio e Francia.
Insomma, ci sentiamo dire ripetutamente di volere città più green, più ecofriendly, e questo tipo di iniziativa può rendere la vita cittadina più piacevole e sostenibile. Perché non proporla?
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